lunedì 3 giugno 2024

Recensione "QUELLA CHE ERO PRIMA. The way I used to be" di Amber Smith - Sperling & Kupfer


Titolo: Quella che ero prima. The way I used to be
[Titolo originale: The Way I Used to Be]
Autrice: Amber Smith
Editore: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 19 Marzo 2024
Genere: Narrativa su violenza fisica e psicologica ~ Ragazzi | YA | romanzo di formazione
Pagine: 353
Volume della serie: 1° | autoconclusivo


Quella che ero prima. The way I used to be di Amber Smith, pubblicato nella traduzione italiana dalla casa editrice Sperling & Kupfer, è un romanzo tosto che affronta la violenza fisica e psicologica di una ragazzina... e di come cambi totalmente la sua vita "dopo".


- La mia Recensione -


Eden McCrorey è una tranquilla, silenziosa e ingenua ragazzina con occhiali e lentiggini.
Suona il clarinetto nella banda della scuola e vive la sua vita tranquilla senza dare mai troppo nell’occhio… e anche a scuola s’impegna a tenere un basso profilo per evitare gli attacchi dei bulli.
Non si ritiene per nulla carina, ma poco le importa, visto che i suoi pochi interessi sono appunto la musica e la sua migliore amica Mara, anche lei nella banda scolastica.

Eden ha appena compiuto 14 anni quando, una notte durante le vacanze natalizie, succede qualcosa di terribilmente brutto e devastante che le cambia drasticamente la vita.

Qualcosa di inaspettato, indesiderato, abominevole e che la strazia dentro.
Qualcosa per cui non ha mai dato il consenso.
Qualcosa che non avrebbe mai voluto che succedesse.
Qualcosa che non avrebbe dovuto lasciare che le accadesse.
Qualcosa che non avrebbe mai e poi mai immaginato che le venisse fatto.
Qualcosa che ormai è successo e non si può più cancellare.

E il colpevole è Kevin Armstrong (18 anni) – il migliore amico di Caelin (fratello maggiore di Eden) – che gioca nella squadra di basket, è spesso a casa loro e che la piccola Edy ha sempre considerato come un ulteriore fratellone.
Colui che l’ha sempre trattata come una bambina con cui giocare a Monopoly, con cui dividere i dolcetti e che ha trattato sempre e solo come una sorellina... Anche perché Kevin ha davvero una sorellina minore di nome Amanda (13 anni).

Eppure, è proprio Kevin che a notte fonda apre la porta della camera di Eden, la sveglia di soprassalto, le tappa la bocca, la minaccia pesantemente e la riempie di lividi mentre la violenta con brutalità.
Lei che era praticamente ancora una bambina e che non avrebbe mai nemmeno immaginato di venir tradita da una persona di cui si fidava, spezzandola fin nel profondo.
Perché è così che lei si sente da quel momento in poi: totalmente rotta, devastata sia nel corpo che nell’anima, totalmente impotente e privata da un momento all’altro della sua innocenza, della sua spensieratezza, della sua libertà e della sua vita.

La cosa che in assoluto la blocca di più è il terrore: di non poterlo raccontare a nessuno, di non essere creduta, di non poter tornare indietro, di non poter più vivere la vita che aveva prima.

E se ne rende pienamente conto la mattina seguente, quando sua madre va a svegliarla (nonostante Eden non abbia più chiuso occhio!) e travisa completamente la situazione, prendendo tutto alla leggera senza nemmeno rendersi conto degli evidentissimi segni di quanto sia successo, senza nemmeno lasciar parlare la figlia. Dando così conferma alle parole tremende di Kevin…

La guardo dal basso e mi sento così piccola. E la voce di Kevin si fa strada come un tornado nella mia mente, sussurrando, il suo fiato sul mio viso: Nessuno ti crederà mai. Lo sai. Nessuno. Mai e poi mai.
[…] Cerco di alzarmi senza dare l’impressione di essere a pezzi. […] Prendo la vestaglia. Accetto la bugia. E quando mi giro verso mia madre e la guardo raccogliere tra le braccia le lenzuola sporche – le prove – capisco non so come che, se non è ora, non potrà essere mai più. Perché ha ragione lui, nessuno mi crederebbe. Ovviamente no. Mai e poi mai.

Alzarsi è davvero dolorosissimo per lei, che si sente un rospo in gola, ha la tachicardia, fa fatica a respirare e ha dolori e lividi dappertutto (tranne che in viso).
E scendere a colazione poi, dove sono seduti tutti al tavolo, è una tortura.

Qualcosa si è irrimediabilmente spezzato, è crollata ogni sua certezza e lei non è più quella che era prima.

Nel frattempo, Kevin alza appena lo sguardo. Nessuno sguardo minaccioso. Nessun gesto di avvertimento, niente. Come se non fosse successo nulla. La stessa fredda noncuranza che ha sempre usato con me. Come se fossi ancora la sorellina imbranata di Caelin, con i capelli brutti e le lentiggini, la matricola nella banda, una nullità, che si aggira dietro di loro con la custodia del clarinetto al seguito.
Ma non sono più quella ragazza. Non voglio nemmeno più esserlo. Quella ragazza così ingenua e stupida, il tipo di ragazza che poteva permettere che le accadesse una cosa del genere.

E, gente, questo è solo il PRIMO CAPITOLO del libro!!!

Reagire in qualsiasi modo diventa per Eden estremamente difficile. Non ha nemmeno la forza per pensare, non ha risposte e si sente totalmente prosciugata tanto che l’unica cosa che le pare più sensata, per sopravvivere al terrore, sia quella di cercare di rinchiudere nella sua mente tutto quanto, in uno scompartimento stagno, e di tenersi alla larga dalla vita che faceva prima, distaccandosi da tutto e tutti, perché non può assolutamente raccontare nulla.
E non può più tornare a essere felice né a meritarsi qualcosa di buono.

Con queste premesse che si radicheranno sempre di più a fondo nella testa di Eden, la protagonista comincerà a cambiare in peggio, trasformandosi in una versione parallela, svalutata e priva di freni, lasciandosi andare allo sbando per poter forse cancellare o soffocare il dolore… o piuttosto perché si sente ormai di non valere più nulla?

Nei giorni, mesi, anni seguenti però nessuno capisce cosa Eden stia passando, cosa lei abbia vissuto, nessuno è disposto ad ascoltarla veramente, né le fa mai la fatidica domanda:
cosa ti è successo davvero?

Queste semplici eppur fondamentali parole sono quelle che tanto a lungo la protagonista cerca, quelle di cui ha bisogno per potersi scrollare, per guardarsi finalmente dentro e soprattutto per potersi aprire a qualcuno che tenga davvero a lei.
Ce la farà?

L’autrice Amber Smith scava con grande schiettezza e profondità nei tormenti di una ragazzina spezzata e annientata, affronta con grande maestria e autenticità quello che investe e cambia per sempre la vita della protagonista, mostrando molte sfaccettature di un animo in continuo conflitto con se stesso per quel che è capitato.
Colpevolizzandosi, cercando di soffocare e trascurare l’accaduto, Eden non fa che ingigantire sempre di più le conseguenze, che le si radicano dentro con maggior forza giorno dopo giorno.
L’animo e la mente di una vittima di violenza vengono costantemente sballottati tra quello che si sarebbe potuto evitare e quello che sarebbe potuto essere se nulla fosse successo.
Eden lo fa completamente da sola, perché non può contare assolutamente su nessuno, visto che la sua fiducia è stata tradita da chi credeva “di famiglia” e soprattutto nel luogo dove avrebbe dovuto essere più al sicuro: casa sua.

Non pensa di meritare più niente, si sente colpevole per non esser stata in grado di reagire e bloccare il peggio, e non riesce più a vedere un futuro per se stessa.

Non voglio addentrarmi maggiormente nell’elaborata trama (per evitare altri spoiler), ma posso dirvi quanto l’autrice sia stata in grado di incollarmi letteralmente alle pagine, che ho divorato in un paio di giorni (anche se ce ne ho messi ben di più a digerire i fatti e a capire come poterne parlare qui).

Questa è una storia forte, è un pugno nello stomaco, è una storia difficile da digerire per le tematiche trattate, ma assolutamente una storia più che realistica e attuale.

Una storia sulla resilienza femminile che affascina per la sua sincerità e il suo coraggio.

Non è stato facile accettare la storia capitolo dopo capitolo, per il contenuto tutt’altro che allegro; eppure ho apprezzato moltissimo la narrazione scorrevolissima che mi ha fatta rabbrividire, scioccare, rattristare, arrabbiare, dispiacere, agitare, riflettere e sperare assieme a Eden.

Perché chiunque potrebbe essere una “Eden” al giorno d’oggi: una bambina, una ragazza, una signora… qualsiasi donna potrebbe capitare sulla strada di uomini crudeli e senza scrupoli, e da quel momento nulla sarà più come prima.
Il percorso interiore è bello tosto, ma una cosa però è fondamentale: mentre il mondo delle vittime va in pezzi, queste capiranno che l'unica persona che potrà salvarle veramente sono loro stesse.

Ho scelto di leggere Quella che ero prima pur immaginando che sarebbe stata una lettura tutt’altro che leggera… e sono rimasta stupita!!
Non immaginavo che sarebbe stata una lettura così intensa e coinvolgente, e mi sento di suggerirne la lettura a chiunque abbia voglia di aggiustare qualcosa, di capire, di scavarsi dentro o più semplicemente di empatizzare e stare vicino a tutte le vittime che hanno subìto contro la loro volontà e che hanno bisogno di sostegno per tirare fuori la loro voce... e meritano giustizia!



Amber Smith è una pluripremiata autrice bestseller del New York Times di romanzi per ragazzi.
Sostenitrice di una maggiore consapevolezza sulla salute mentale, sulla violenza di genere e sull'uguaglianza LGBTQIA+, scrive nella speranza che i suoi libri possano aiutare a promuovere il cambiamento e innescare il dialogo.
Quella che ero prima, il suo romanzo d'esordio, è un grande successo internazionale.

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