Titolo: Tanto amore non può morire
[Titolo originale: Så mycket kärlek kan inte dö]
Autrice: Moni Nilsson
Editore: Uovonero
Data di uscita: Maggio 2023
Genere: Ragazzi | romanzo di formazione | perdita
Pagine: 152
Volume: autoconclusivo
Tanto Amore non può morire di Moni Nilsson, pubblicato nella traduzione italiana dalla casa editrice Uovonero, è un romanzo di formazione per ragazzi che affronta con tatto e verità un tema tostissimo come l'affrontare la perdita prematura di un genitore.
- La mia Recensione -
Lea è una bambina svedese felice e spensierata che trascorre le sue giornate punzecchiando suo fratello maggiore Lucas e il migliore amico del fratello, Abbe, ma soprattutto trascorrendo ogni momento assieme alla propria migliore amica Noa (sarebbe Nora, ma fin da piccolissima l'ha sempre chiamata così).
Lea e Noa sono proprio inseparabili e complementari, ogni ricordo che hanno comprende l'altra.
Non potrebbe andare meglio di così, tra risate, acconciature ai lunghi capelli, molti goal con la squadra di calcio... ogni cosa in tandem con la sua migliore amica.
Tutto cambia però quando all'improvviso, a scuola, Noa dice a Lea "Tua mamma sta per morire, l'ho vista ieri sera in TV al Galà del Cancro".
Queste parole non solo destabilizzano totalmente Lea, ma la catapultano in un vortice di disperazione, rabbia e soffocante sensazione di esser stata tradita: dalla sua migliore amica, da sua mamma, dalla sua famiglia, dalla vita.
Non è possibile, non può essere vero!! Sua mamma sta benissimo, e se davvero fosse malata, gliel'avrebbe detto lei di persona... o no??
Il mondo le crolla letteralmente addosso. Da quel momento Lea decide due cose: che odierà terribilmente Noa per averglielo detto, e tratterà con cattiveria chiunque proverà a compatirla.
Lea non ha nessun problema a fare a pugni con chiunque, siano le bambine smorfiosette e pettegole della sua classe, sia Konrad (il bambino che ha palesemente una cotta per lei), o le compagne della squadra di calcio... insomma da un momento all'altro Lea inizia a detestare tutti. Perfino la maestra Anna, che è sempre stata così buona con lei.
L'esistenza della bambina è totalmente travolta dal dolore e dalla paura, perché dura è constatare quanto la notizia sia purtroppo vera, ma ancor di più è vivere con la costante ansia che sua mamma Johanna possa morire da un momento all'altro.
La sua mamma così giovane (ha solo 38 anni!), così speciale e con la quale è così in sintonia, quella mamma forte che sta lottando con tutte le proprie forze contro la malattia e che vuole trasmettere positività e voglia di vivere a chiunque la vada a trovare a casa: i nonni, i vicini di casa, le sue amiche e soprattutto Nadja, la mamma di Noa.
Questo è forse il problema più grande: Nadja è la migliore amica di sua mamma, ma Lea deve categoricamente evitare di vedere lei e la figlia, perché crede che solo finché continuerà a odiare e evitare Noa, sua mamma non morirà.
Non importa se dovrà rinunciare a un’amica inseparabile, agli allenamenti di calcio e alla scuola: è disposta a tutto pur di bloccare il tempo.
Gli atteggiamenti improvvisi e scorbutici di Lea vengono compresi dagli adulti che la circondano, ma quella che si stupisce maggiormente del proprio comportamento è Lea stessa. Non sa cosa fare, ma non vuole parlarne con nessuno, non vuole trovare soluzioni, non vuole più essere felice, e stare da sola è forse la maniera migliore per lei, in quel periodo, per affrontare qualcosa di così grande e tremendo, qualcosa che vorrebbe tanto sconfiggere ma che va ben oltre le sue capacità.
Tra fughe e nascondigli, pomeriggi interi passati dalla vicina Alma col cane Ragnar, lacrime che non scendono o che scorrono a fiumi, litigate, riflessioni e attacchi di panico, la protagonista di questo libro affronta una situazione tosta che la vita le ha messo di fronte.
Solo quando Lea capirà che non servirà a nulla impuntarsi e detestare tutti, comprenderà il vero significato della vita e dell'amore che le sta trasmettendo sua mamma, a prescindere da tutto.
Tutto cambia però quando all'improvviso, a scuola, Noa dice a Lea "Tua mamma sta per morire, l'ho vista ieri sera in TV al Galà del Cancro".
Queste parole non solo destabilizzano totalmente Lea, ma la catapultano in un vortice di disperazione, rabbia e soffocante sensazione di esser stata tradita: dalla sua migliore amica, da sua mamma, dalla sua famiglia, dalla vita.
Non è possibile, non può essere vero!! Sua mamma sta benissimo, e se davvero fosse malata, gliel'avrebbe detto lei di persona... o no??
La guardo. Ha qualcosa di diverso, ma non so cosa. C'è qualcosa che mi fa paura. Le mamme non dovrebbero cambiare. Le mamme dovrebbero rimanere sempre uguali.
Il mondo le crolla letteralmente addosso. Da quel momento Lea decide due cose: che odierà terribilmente Noa per averglielo detto, e tratterà con cattiveria chiunque proverà a compatirla.
Lea non ha nessun problema a fare a pugni con chiunque, siano le bambine smorfiosette e pettegole della sua classe, sia Konrad (il bambino che ha palesemente una cotta per lei), o le compagne della squadra di calcio... insomma da un momento all'altro Lea inizia a detestare tutti. Perfino la maestra Anna, che è sempre stata così buona con lei.
L'esistenza della bambina è totalmente travolta dal dolore e dalla paura, perché dura è constatare quanto la notizia sia purtroppo vera, ma ancor di più è vivere con la costante ansia che sua mamma Johanna possa morire da un momento all'altro.
La sua mamma così giovane (ha solo 38 anni!), così speciale e con la quale è così in sintonia, quella mamma forte che sta lottando con tutte le proprie forze contro la malattia e che vuole trasmettere positività e voglia di vivere a chiunque la vada a trovare a casa: i nonni, i vicini di casa, le sue amiche e soprattutto Nadja, la mamma di Noa.
Questo è forse il problema più grande: Nadja è la migliore amica di sua mamma, ma Lea deve categoricamente evitare di vedere lei e la figlia, perché crede che solo finché continuerà a odiare e evitare Noa, sua mamma non morirà.
Non importa se dovrà rinunciare a un’amica inseparabile, agli allenamenti di calcio e alla scuola: è disposta a tutto pur di bloccare il tempo.
Gli atteggiamenti improvvisi e scorbutici di Lea vengono compresi dagli adulti che la circondano, ma quella che si stupisce maggiormente del proprio comportamento è Lea stessa. Non sa cosa fare, ma non vuole parlarne con nessuno, non vuole trovare soluzioni, non vuole più essere felice, e stare da sola è forse la maniera migliore per lei, in quel periodo, per affrontare qualcosa di così grande e tremendo, qualcosa che vorrebbe tanto sconfiggere ma che va ben oltre le sue capacità.
Tra fughe e nascondigli, pomeriggi interi passati dalla vicina Alma col cane Ragnar, lacrime che non scendono o che scorrono a fiumi, litigate, riflessioni e attacchi di panico, la protagonista di questo libro affronta una situazione tosta che la vita le ha messo di fronte.
Solo quando Lea capirà che non servirà a nulla impuntarsi e detestare tutti, comprenderà il vero significato della vita e dell'amore che le sta trasmettendo sua mamma, a prescindere da tutto.
Ci sono giorni buoni e giorni meno buoni, bisogna imparare a navigare tra entrambi, e soprattutto non ci si deve scordare mai di una certezza:
tanto amore non può morire!
Scrivendo "Tanto amore non può morire", l'autrice Moni Nilsson parla di una tematica forse tra le più difficili che un bambino possa affrontare: la perdita prematura e dolorosa della mamma per colpa della malattia.
Vederla soffrire, sperare in una guarigione, provare rabbia e impotenza sono solo alcune delle sensazioni che l'autrice ha descritto in maniera assolutamente veritiera narrandola dal punto di vista della piccola Lea.
(La toccante dedica a inizio libro è la motivazione che ha spinto l'autrice a scegliere proprio questo tema per il libro.)
Ho apprezzato molto il modo in cui l'autrice è entrata nel profondo dei sentimenti di Lea, ha descritto atteggiamenti, pensieri e sensazioni che, a tratti arrabbiati, a tratti quasi umoristici, ma soprattutto pieni di enfasi e calore, invadono, sconvolgono e riempiono le giornate della bambina negli ultimi mesi di vita della sua mamma.
Una bambina di soli dieci anni non può sapere come funzioni la "vita degli adulti" e non vuole assolutamente lasciar andare la mamma, anche se questa sta già preparando varie soluzioni per rimanere accanto alla figlia anche "dopo".
Mi hanno colpita moltissimo le ultime scene tra madre e figlia, il significato che entrambe hanno voluto dare ai ricordi, ai viaggi, alle battute, ai nomignoli e a tutto ciò che hanno condiviso... e solo nelle ultime pagine del libro ho compreso il motivo della scelta così azzeccata, colorata e profonda della copertina che è stata scelta per la versione italiana del romanzo.
Davvero complimenti alla casa editrice Uovonero per questa scelta, sia grafica che emotiva! 👏💟
Davvero complimenti alla casa editrice Uovonero per questa scelta, sia grafica che emotiva! 👏💟
Sono arrivata per caso a questo libro, ma l'ho letto con molto trasporto e ne consiglio vivamente la lettura a qualsiasi età.
La versione italiana è stata composta utilizzando il font ad alta leggibilità, quindi adatto davvero a qualsiasi tipo di lettore.
La versione italiana è stata composta utilizzando il font ad alta leggibilità, quindi adatto davvero a qualsiasi tipo di lettore.
Moni Nilsson è una scrittrice svedese di libri per bambini e ragazzi.
Nata a Bandhagen nel 1955 e cresciuta a Stoccolma in una famiglia anticonformista, ha vissuto un'infanzia di viaggi ed ha conosciuto artisti di tante diverse nazionalità.
Dopo la nascita dei suoi tre figli si è dedicata alla scrittura conquistando generazioni di giovani lettori.
Con la casa editrice Uovonero ha pubblicato "Tanto Amore non può morire".
Nata a Bandhagen nel 1955 e cresciuta a Stoccolma in una famiglia anticonformista, ha vissuto un'infanzia di viaggi ed ha conosciuto artisti di tante diverse nazionalità.
Dopo la nascita dei suoi tre figli si è dedicata alla scrittura conquistando generazioni di giovani lettori.
Con la casa editrice Uovonero ha pubblicato "Tanto Amore non può morire".
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