Titolo: Ballerine
[Titolo originale: The Ballerinas]
Autrice: Rachel Kapelke-Dale
Editore: Piemme
Data di uscita: Novembre 2022
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 400
Volume: autoconclusivo
Ballerine di Rachel Kapelke-Dale, pubblicato in Italia dalla casa editrice Piemme.
Un libro che affonda le proprie radici nella durissima e iper competitiva vita delle ballerine classiche professioniste del Teatro dell'Opéra di Parigi.
- La mia Recensione -
Delphine Léger, capelli neri, occhi azzurri e carnagione chiara, è nata e cresciuta a Parigi fino ai suoi 23 anni, ha iniziato a muovere i primi passi di danza classica quando ne aveva solo 3… e a 13 anni è entrata a far parte delle allieve della prestigiosissima scuola di danza dell’Opéra di Parigi.
Figlia di un’ex étoile dell’Opéra, Isabelle Durand, Delphine è sempre stata paragonata alla madre che era perfetta in tutto… mentre lei, per quanto si impegni e per quanto sia particolarmente snodata, non raggiunge mai la perfezione materna. E ciò la mette costantemente in soggezione.
D’altronde, la vita di una ballerina classica che punta a far carriera inizia prestissimo ed è costellata da una costante e altissima competizione.
A fianco a Delphine c’è sempre stata Margaux Bisset, la sua migliore amica e coetanea, compagna di corsi in accademia. Margaux – dai capelli castani, gli occhi color nocciola ed una carnagione olivastra – è la seconda ballerina più brava dei corsi, ed è seconda solo a Delphine…
… Almeno fino a quando giunge all’accademia una nuova allieva: Lindsay Price.
Lindsay, statunitense dagli enormi occhi azzurri, una foltissima chioma di capelli biondi ed una carnagione rosea e vellutata, ha solo 12 anni quando giunge nella capitale francese.
Ha un anno meno delle due migliori amiche, ma spicca immediatamente per la sua indiscutibile bellezza sia fisica che nelle movenze. È una ballerina davvero molto promettente, aggraziata, resistente, molto elastica e quando balla fa vivere la musica in modo molto espressivo… insomma fin da subito dà del filo da torcere a Delphine e Margaux, che l’ammirano e la temono.
Tuttavia diventano subito un trio inseparabile sia sul palco che fuori: tre amiche così diverse caratterialmente che fisicamente, tre ballerine che non si risparmiano mai a lezione né sul palco, che puntano molto in alto e che hanno la fortuna di poter contare l’una sull’altra. Soprattutto in un ambiente così competitivo come quello dell’accademia.
Gli anni per le tre amiche trascorrono praticamente sempre in sala o in teatro, tra mille sacrifici ed infinite ore di prove, sempre puntando in alto e sempre sognando di diventare ballerine professioniste… e magari étoile in futuro. E il percorso all’interno della gerarchia dei ruoli lavorativi nel balletto classico sono molteplici e tremendamente difficili da ottenere e da mantenere.
Ma solo chi ha avuto a che fare con la danza classica può davvero sapere quanto sia competitivo quel mondo, dove anche il più piccolo difetto o errore altrui potrebbe significare la loro fine e la vittoria propria.
Ma ci vuole anche una resistenza ed una tenacia infinita a continuare così arduamente a ballare così tante ore al giorno, nonostante gli infortuni, nonostante i piedi distrutti da vesciche e ferite sanguinanti, nonostante le gelosie e le preferenze di chi le giudica costantemente.
Proprio per questo motivo, dopo tanti anni passati assieme, le vite delle tre amiche si sono divise quando avevano 23 anni… ed ora che ne hanno 36 il destino le ha riportate nuovamente assieme nella stessa accademia, nello stesso teatro, ma con ruoli assolutamente differenti.
Perché se Delphine ha scelto di diventare coreografa (ed è proprio portata per quel lavoro), Margaux e Lindsay stanno invece ancora inseguendo il sogno di diventare soliste… tutt’altro che scontato.
Pesano sulle loro spalle tutte le fatiche degli anni precedenti e un grande e tosto segreto che le unisce.
E, come se non bastasse, anche vecchie conoscenze tornano a riempire la quotidianità di Delphine: Nathalie Dorival, Joc Gerard e la dolcissima ed empatica Stella…
Quando ho scelto di leggere il romanzo Ballerine, mi sono lasciata trasportare dalla mia eterna passione per la danza.
Sì sì, non è la prima volta che lo dico nelle mie recensioni, ma è proprio così: amo la danza (in ogni suo genere) fin dalla più tenera età, e sebbene io non abbia mai sognato di diventare una ballerina professionista (ma anzi mi vergogno sempre un po’ a farmi vedere ballare perfino agli spettacoli), ho sempre sentito la necessità quasi vitale di andare a lezione di danza… e lo faccio tutt’ora!
La sala, il riscaldamento, l’abbigliamento diverso e adatto a seconda dello stile… insomma è sempre stato uno dei miei chiodi fissi. Io amo ballare e amo vedere gli altri ballare… ma non farmi vedere. Non per niente lo specchio per me è sempre un grande ostacolo ad ogni lezione… ma paranoie a parte, ora arrivo al punto: ogni volta che vedo un libro che abbia a che fare con la danza non riesco a resistere.
Per questo motivo non appena ho visto la copertina con quella meravigliosa ballerina classica e ho letto il titolo, ho deciso all’istante che avrei voluto leggerlo…
Non sapevo però cosa mi sarei trovata tra le mani.
Il romanzo di Rachel Kapelke-Dale è la storia di tre ballerine, amiche per la pelle, che comprende un percorso comune di più di un ventennio, e lo fa con la voce narrante di Delphine.
Delphine è la protagonista perché è tramite i suoi racconti che i lettori vengono a conoscenza dei fatti: è attraverso i suoi capitoli accuratamente dettagliati con tanto di date minuziose che si capiscono i parallelismi, le disavventure, le gioie e le innumerevoli sofferenze delle tre ballerine-amiche.
L’autrice ha fatto una scelta stilistica particolare: in ogni capitolo infatti viaggiano su vie parallele sia il passato che il presente, sempre dal punto di vista di Delphine. Con questa scelta i fatti vengono svelati pian piano lungo la trama, ed è un dettaglio che ho apprezzato molto del libro.
Ho trovato assai curiose alcune coincidenze che mi hanno fatto ripensare a me stessa, talvolta “prese alla lontana” e altre così precise che mi hanno stupita… o forse sono io che ho letto tra le righe alcune cose solo perché col mio bagaglio di vita ho notato particolari che qualche altro lettore forse non noterebbe?
Ho apprezzato molto la forza delle tre protagoniste, ho gradito assai il ritmo narrativo e l’idea generale del libro, oltre al fatto che sia assolutamente scorrevolissimo al punto che l’ho letto in un paio di giorni.
Ho percepito fin da subito la precisione con cui l’autrice parla del mondo della danza classica pieno di dettagli precisi ed esatti… ed ho capito quanto questa sua competenza provenisse da una personale conoscenza approfondita per diretta esperienza personale di Rachel Kapelke-Dale della danza classica (quando un’autrice descrive così bene la danza, vuol dire che ha ballato anche lei per anni!! 😉).
Ciò che però mi ha lasciata leggermente scontenta e non del tutto convinta sono le figure maschili del libro (non posso spoilerare, ma a parer mio sono uno peggio dell’altro!! 😲) e alcuni punti della trama dove la storia, che sembrava andare a parare in una direzione, ha poi inspiegabilmente virato da tutt’altra parte.
Non so se sia per il fatto che l’autrice abbia voluto mettere troppa carne al fuoco… oppure che la sua intenzione fosse proprio di parlare di determinati argomenti e che la scelta di ambientare il tutto nel mondo della danza classica sia stata solo una scelta di cornice.
Non so se mi sono spiegata… chi ha letto il libro mi contatti in privato in modo da poterci confrontare senza pubblicare spoiler qui. 😉
Questa è stata una di quelle letture che ho desiderato molto fare, che ho divorato… ma che se da un lato mi ha resa felice della mia scelta, dall’altro non mi ha pienamente soddisfatta a fine lettura.
Mi sento comunque di consigliarne la lettura proprio perché contiene molti argomenti (di cui alcuni anche tosti!) che sicuramente sapranno soddisfare il gusto di un numero bello ampio di lettori.
Ah, altro piccolo dettaglio di cui non mi capacito: la scelta di mettere la parola “thriller” in copertina… a parere mio non è un thriller proprio per niente! Bensì un romanzo avvincente che tratta varie tematiche… ma non un thriller.
Vi auguro una buona lettura e, come sempre, attendo i vostri commenti, le vostre impressioni e domande: scriveteli pure sotto al post. 😉
Figlia di un’ex étoile dell’Opéra, Isabelle Durand, Delphine è sempre stata paragonata alla madre che era perfetta in tutto… mentre lei, per quanto si impegni e per quanto sia particolarmente snodata, non raggiunge mai la perfezione materna. E ciò la mette costantemente in soggezione.
D’altronde, la vita di una ballerina classica che punta a far carriera inizia prestissimo ed è costellata da una costante e altissima competizione.
La stragrande maggioranza viene sfornata dall’accademia: devi aver frequentato i suoi corsi fin dalla più tenera età per accedere all’élite. Ammesso di arrivarci, naturalmente. Perché la selezione è spietata. L’accademia ammette dieci volte il numero di iscritti rispetto a quanti ne possa accettare la compagnia, nella speranza che almeno uno o una tra loro dia i risultati sperati. In estrema sintesi, appartenere all’accademia è una condizione necessaria ma non sufficiente a garantirti una carriera.
A fianco a Delphine c’è sempre stata Margaux Bisset, la sua migliore amica e coetanea, compagna di corsi in accademia. Margaux – dai capelli castani, gli occhi color nocciola ed una carnagione olivastra – è la seconda ballerina più brava dei corsi, ed è seconda solo a Delphine…
… Almeno fino a quando giunge all’accademia una nuova allieva: Lindsay Price.
Lindsay, statunitense dagli enormi occhi azzurri, una foltissima chioma di capelli biondi ed una carnagione rosea e vellutata, ha solo 12 anni quando giunge nella capitale francese.
Ha un anno meno delle due migliori amiche, ma spicca immediatamente per la sua indiscutibile bellezza sia fisica che nelle movenze. È una ballerina davvero molto promettente, aggraziata, resistente, molto elastica e quando balla fa vivere la musica in modo molto espressivo… insomma fin da subito dà del filo da torcere a Delphine e Margaux, che l’ammirano e la temono.
Tuttavia diventano subito un trio inseparabile sia sul palco che fuori: tre amiche così diverse caratterialmente che fisicamente, tre ballerine che non si risparmiano mai a lezione né sul palco, che puntano molto in alto e che hanno la fortuna di poter contare l’una sull’altra. Soprattutto in un ambiente così competitivo come quello dell’accademia.
L’invidia è un sentimento oscuro, abietto, e noi tre eravamo sempre andate fiere della nostra solidarietà reciproca. Ci aiutavamo, ci spronavamo a vicenda per migliorarci, e forse fu proprio questo a permetterci di superare tutte le altre, e magari anche di aprirci l’accesso alla compagnia.
L’ambiente della danza è pieno di gelosie, perciò, quando esprimi la tua ammirazione per una collega, ti limiti ai dettagli: parli di quanto ti piacerebbe avere il suo equilibrio, oppure le sue braccia, o la sua postura.
Gli anni per le tre amiche trascorrono praticamente sempre in sala o in teatro, tra mille sacrifici ed infinite ore di prove, sempre puntando in alto e sempre sognando di diventare ballerine professioniste… e magari étoile in futuro. E il percorso all’interno della gerarchia dei ruoli lavorativi nel balletto classico sono molteplici e tremendamente difficili da ottenere e da mantenere.
Ma solo chi ha avuto a che fare con la danza classica può davvero sapere quanto sia competitivo quel mondo, dove anche il più piccolo difetto o errore altrui potrebbe significare la loro fine e la vittoria propria.
Ma ci vuole anche una resistenza ed una tenacia infinita a continuare così arduamente a ballare così tante ore al giorno, nonostante gli infortuni, nonostante i piedi distrutti da vesciche e ferite sanguinanti, nonostante le gelosie e le preferenze di chi le giudica costantemente.
Proprio per questo motivo, dopo tanti anni passati assieme, le vite delle tre amiche si sono divise quando avevano 23 anni… ed ora che ne hanno 36 il destino le ha riportate nuovamente assieme nella stessa accademia, nello stesso teatro, ma con ruoli assolutamente differenti.
Perché se Delphine ha scelto di diventare coreografa (ed è proprio portata per quel lavoro), Margaux e Lindsay stanno invece ancora inseguendo il sogno di diventare soliste… tutt’altro che scontato.
Pesano sulle loro spalle tutte le fatiche degli anni precedenti e un grande e tosto segreto che le unisce.
Ma è davvero possibile ritrovarsi esattamente come ci si è lasciate dopo tanti anni lontane?
Eh sì, perché Delphine, Margaux e Lindsay sono state lontane negli ultimi tredici anni, e chissà se le cose ricominceranno esattamente da dove si erano fermate o se tutto verrà stravolto dalla nuova età con le conseguenti complicanze lavorative (non per niente l’età conta moltissimo nella carriera delle ballerine…).E, come se non bastasse, anche vecchie conoscenze tornano a riempire la quotidianità di Delphine: Nathalie Dorival, Joc Gerard e la dolcissima ed empatica Stella…
Siamo tutti prigionieri delle nostre storie. Ed è fin troppo facile vedere gli altri solo attraverso la lente del ruolo che gli abbiamo assegnato nella nostra. Stella aveva ragione. Io l’avevo sempre e solo vista come il mio guru, la mia mentore, “la fata buona del quartiere”. Ma chi era nella sua storia?
Sì sì, non è la prima volta che lo dico nelle mie recensioni, ma è proprio così: amo la danza (in ogni suo genere) fin dalla più tenera età, e sebbene io non abbia mai sognato di diventare una ballerina professionista (ma anzi mi vergogno sempre un po’ a farmi vedere ballare perfino agli spettacoli), ho sempre sentito la necessità quasi vitale di andare a lezione di danza… e lo faccio tutt’ora!
La sala, il riscaldamento, l’abbigliamento diverso e adatto a seconda dello stile… insomma è sempre stato uno dei miei chiodi fissi. Io amo ballare e amo vedere gli altri ballare… ma non farmi vedere. Non per niente lo specchio per me è sempre un grande ostacolo ad ogni lezione… ma paranoie a parte, ora arrivo al punto: ogni volta che vedo un libro che abbia a che fare con la danza non riesco a resistere.
Per questo motivo non appena ho visto la copertina con quella meravigliosa ballerina classica e ho letto il titolo, ho deciso all’istante che avrei voluto leggerlo…
Non sapevo però cosa mi sarei trovata tra le mani.
Il romanzo di Rachel Kapelke-Dale è la storia di tre ballerine, amiche per la pelle, che comprende un percorso comune di più di un ventennio, e lo fa con la voce narrante di Delphine.
Delphine è la protagonista perché è tramite i suoi racconti che i lettori vengono a conoscenza dei fatti: è attraverso i suoi capitoli accuratamente dettagliati con tanto di date minuziose che si capiscono i parallelismi, le disavventure, le gioie e le innumerevoli sofferenze delle tre ballerine-amiche.
L’autrice ha fatto una scelta stilistica particolare: in ogni capitolo infatti viaggiano su vie parallele sia il passato che il presente, sempre dal punto di vista di Delphine. Con questa scelta i fatti vengono svelati pian piano lungo la trama, ed è un dettaglio che ho apprezzato molto del libro.
Ho trovato assai curiose alcune coincidenze che mi hanno fatto ripensare a me stessa, talvolta “prese alla lontana” e altre così precise che mi hanno stupita… o forse sono io che ho letto tra le righe alcune cose solo perché col mio bagaglio di vita ho notato particolari che qualche altro lettore forse non noterebbe?
Ho apprezzato molto la forza delle tre protagoniste, ho gradito assai il ritmo narrativo e l’idea generale del libro, oltre al fatto che sia assolutamente scorrevolissimo al punto che l’ho letto in un paio di giorni.
Ho percepito fin da subito la precisione con cui l’autrice parla del mondo della danza classica pieno di dettagli precisi ed esatti… ed ho capito quanto questa sua competenza provenisse da una personale conoscenza approfondita per diretta esperienza personale di Rachel Kapelke-Dale della danza classica (quando un’autrice descrive così bene la danza, vuol dire che ha ballato anche lei per anni!! 😉).
Ciò che però mi ha lasciata leggermente scontenta e non del tutto convinta sono le figure maschili del libro (non posso spoilerare, ma a parer mio sono uno peggio dell’altro!! 😲) e alcuni punti della trama dove la storia, che sembrava andare a parare in una direzione, ha poi inspiegabilmente virato da tutt’altra parte.
Non so se sia per il fatto che l’autrice abbia voluto mettere troppa carne al fuoco… oppure che la sua intenzione fosse proprio di parlare di determinati argomenti e che la scelta di ambientare il tutto nel mondo della danza classica sia stata solo una scelta di cornice.
Non so se mi sono spiegata… chi ha letto il libro mi contatti in privato in modo da poterci confrontare senza pubblicare spoiler qui. 😉
Questa è stata una di quelle letture che ho desiderato molto fare, che ho divorato… ma che se da un lato mi ha resa felice della mia scelta, dall’altro non mi ha pienamente soddisfatta a fine lettura.
Mi sento comunque di consigliarne la lettura proprio perché contiene molti argomenti (di cui alcuni anche tosti!) che sicuramente sapranno soddisfare il gusto di un numero bello ampio di lettori.
Ah, altro piccolo dettaglio di cui non mi capacito: la scelta di mettere la parola “thriller” in copertina… a parere mio non è un thriller proprio per niente! Bensì un romanzo avvincente che tratta varie tematiche… ma non un thriller.
Vi auguro una buona lettura e, come sempre, attendo i vostri commenti, le vostre impressioni e domande: scriveteli pure sotto al post. 😉
Rachel Kapelke-Dale: giornalista, tiene per Vanity Fair la rubrica “Advice from the Stars” (“Consigli dalle star”), in cui immagina che le più grandi star di Hollywood rispondano ai quesiti dei lettori. Prima di frequentare la Brown e le università di Parigi e Londra, ha studiato per molti anni danza classica da professionista.
Vive a Parigi, e Ballerine è il suo primo romanzo, tradotto in molti paesi.
Vive a Parigi, e Ballerine è il suo primo romanzo, tradotto in molti paesi.
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