Titolo: Sarò la tua memoria
Autore: Mario Calabresi
Editore: Mondadori
Data di uscita: 28 Marzo 2023
Genere: Narrativa contemporanea | storico | Shoah
Pagine: 176
Volume: autoconclusivo
Sarò la tua memoria di Mario Calabresi, pubblicato dalla casa editrice Mondadori, è una storia vera, una storia che racchiude l'esperienza di una bambina sopravvissuta ai campi di concentramento... e di un nipote che, tanti decenni dopo, ha deciso di ascoltarla, capirla e tramandarla.
- La mia Recensione -
Joshua è un bimbo molto sveglio, curioso, con i capelli ricci e grandi occhi scuri come la sua pelle. Adora il gelato, sogna di imparare l’arte della pasticceria… ma soprattutto è italo-afroamericano.
Mamma Sonia e papà Michael si sono conosciuti quando avevano solo diciott’anni, ma la distanza delle loro patrie non è riuscita a dividere il loro legame.
Per questo il bimbo, nato a Sacramento (California), quando ha solo quattro anni inizia quella che diventerà una delle scoperte più sorprendenti e istruttive della sua vita: conoscere in modo più approfondito la storia delle proprie origini, e in particolare della vita di sua nonna Andra.
Trascorrere l’estate con la nonna è per lui una gioia immensa e se dapprima imparare l’italiano per Joshua è una sfida, ben presto inizia ad assorbire qualsiasi cosa gli insegni la nonna. Così facendo, l’estate trascorre nel migliore dei modi a suon di gelati deliziosi, lunghe passeggiate, panorami meravigliosi, e tante tante chiacchierate con la nonna Andra.
Fino a quando non nota che sull’avambraccio sinistro della nonna ci sono scritti dei numeri.
Il bambino non capisce come mai il volto di nonna Andra cambi repentinamente quando il nipotino curioso le chiede al riguardo. Non è facile spiegare cosa racchiudano quei numeri ed è un ricordo che la nonna aveva cercato di cacciare in fondo alla sua anima per tanto tempo.
Eppure, decide di raccontare al nipotino la realtà, scegliendo di farlo a puntate, via via che Joshua sarebbe cresciuto e sarebbe stato in grado di comprendere davvero cosa gli stesse raccontando.
Non una storia di fantasia, ma una dura, crudele e terrificante realtà accaduta.
Questa storia, che inizia con una piccola Andra e rappresenta un pezzo dolorosissimo della sua vita e di quella di milioni di ebrei europei che si sono visti stravolgere letteralmente la vita di punto in bianco con l’inizio della diffusione delle leggi raziali.
Andra comincia parlandogli del viaggio in treno: il piccolo Joshua inizialmente non capisce quello che sta cercando di raccontargli la nonna, ma anche se non comprende la totale portata di quelle parole, ne intuisce subito l’importanza. Ed è per questo che, negli anni a venire, continua a chiedere alla nonna che vada avanti col racconto, perché lui vuole sapere e capire. E la storia diventa sempre più lunga e dura da ascoltare.
Soprattutto quando la nonna si trasferisce in California e – dato che Joshua è ormai alle elementari – può raccontare più intensamente al nipote le pieghe atroci del suo passato.
Andra Bucci, con la sorella maggiore Tatiana, ha solo quattro anni quando viene deportata con parte della sua famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz.
Le bambine sono vestite uguali per caso, indossano un cappottino grigio che aveva cucito la loro mamma Mira, si assomigliano molto anche in altezza e stanno sempre assieme. Questo faceva pensare che le due bambine fossero gemelle… ed è un dettaglio assai rilevante che probabilmente è stato la loro salvezza!
Inoltre sono state vitali l’una all’altra per mantenere viva la voglia di vivere, di sognare e vi ricordarsi giorno dopo giorno la loro vera identità: Andra e Tatiana Bucci. Cosa non semplice in un luogo dove venivano considerati come numeri e trattati peggio della feccia.
Con la nonna accanto e la storia al completo, Joshua inizia a pensare che una storia così importante debba essere raccontata a tutti.
E non solo. Per sentirsi più vicino alla nonna, Joshua decide di provare sulla sua pelle quanto di più simile alla sofferenza, fame, paura, freddo, fatica abbiano provato gli ebrei nei campi di concentramento, e per farlo sceglie di trascorrere una settimana intera di fine Dicembre in garage col minimo indispensabile, senza nulla con cui intrattenersi, in completa solitudine e con una piccola dose di brodo e un tozzo di pane razionati giornalmente.
E decide inoltre di far diventare il suo esperimento il suo personale progetto scolastico di fine anno.
Quando Joshua ha iniziato il percorso nei ricordi della nonna non immaginava dove sarebbe andato a parare, ma quel bimbo, bambino, adolescente, adulto che è diventato via via si è formato anche grazie alla consapevolezza del passato della nonna e di ciò che rappresenta la sua storia.
L’enorme empatia e sensibilità del ragazzo gli hanno infuso tanto la voglia di conoscere, quanto la necessità di tramandare.
Per questo Joshua ha iniziato a parlare a tutti di quel pezzo così doloroso della sua famiglia, per sensibilizzare quanto più possibile chiunque non ne fosse a conoscenza, a partire dai suoi coetanei, compagni di scuola, inseganti, amici.
E anni dopo, ha affrontato anche il lungo viaggio assieme alla sua famiglia per vedere coi propri occhi i luoghi della tortura.
Joshua è un ragazzo molto saggio, curioso ed empatico e ha scelto di conoscere e tramandare per un grande senso di giustizia, di dovere e responsabilità.
Tenere viva la memoria è prezioso e fondamentale.
La storia narrata tra le pagine di “Sarà la tua memoria” non è una storia di fantasia, bensì la realtà: quella che l’autore Mario Calabresi ha appreso con le sue orecchie quando ha avuto l’opportunità di conoscere di persona Andra e Tatiana Bucci durante i viaggi con i sopravvissuti.
E anche quando ha potuto conoscere e incontrare Joshua e la sua famiglia e sentire direttamente da loro tutti i racconti del progetto del giovane.
Le tematiche racchiuse nel libro di Calabresi sono tematiche toste ed importanti, eppure sono narrate in modo semplice e chiaro dall’autore, che ha alle spalle numerosi libri, però questo è il suo primo romanzo indirizzato ad un pubblico giovanissimo.
E forse è questa la chiave giusta con cui affrontare la storia di Joshua, un ragazzo curioso di scoprire le proprie origini ma anche di scavare a fondo nel passato e nelle atrocità dell’olocausto, vedendo sia tutto il dolore e le stragi causate, sia il senso di necessità nel raccontare tutto ciò che è successo veramente. E lo ha fatto con una maturità ed una spontaneità insoliti per la sua giovanissima età.
Forse è proprio per questo motivo che Mario Calabresi ha optato per mettere Joshua al centro di questo racconto: per la sua età, per la sua sensibilità e per la sua voglia di trasmettere il messaggio importante della memoria.
Un ottimo esempio di come affrontare gli orrori del passato, prenderne coscienza e imparare nel modo migliore come rendere giustizia a chi non l’ha avuta. Con la memoria.
Ho scelto di leggere questo breve ma intenso romanzo grazie all’opportunità in cui sono incappata per caso alla Bologna Children Book Fair di Marzo 2023.
Ero proprio vicino allo stand Mondadori quando c’è stata la presentazione del libro in anteprima: l’autore ha parlato di come sia nata l’idea del libro, la sua grande curiosità sull’argomento e come le coincidenze della vita l’abbiano portato a fare un incontro davvero importante.
Il libro non era ancora uscito e l’autore non poteva spoilerare troppo, però è stata una di quelle occasioni che ti colpiscono e ti rimangono incollate addosso fino a che non riesci a soddisfare la tua curiosità… ed è così che non appena ho visto il libro tra le novità, me lo sono subito accaparrata.
La storia di Joshua è strettamente legata a quella di sua nonna Andra per il legame speciale che il nipote ha instaurato con lei, un legame forte e puro, sincero ed empatico… ed è questo quello che mi ha colpita in particolare.
L’autore ha fatto da tramite per portare nero su bianco la loro storia e devo dire che ho apprezzato molto il modo con cui l’ha fatto: semplice, chiaro, diretto, dando rilevanza sia alle atrocità ma anche alla positività che il piccolo Joshua ne ha tirato fuori: un modo eccellente ed efficace per trasmettere il messaggio di cui è stato portatore grazie alla nonna sopravvissuta.
Consiglio la lettura di questo romanzo ai lettori di qualsiasi età che abbiano la sensibilità, la curiosità e il coraggio di scoprire e tramandare.
Una storia che ha attraversato l’Oceano più volte, una storia che ha vissuto in due epoche diverse, una storia che ha un sapore particolare proprio perché riesce a trovare il giusto equilibrio tra tutto ciò che è successo e tutto quello che si può fare per non farlo dimenticare e che non succeda mai più.
Mamma Sonia e papà Michael si sono conosciuti quando avevano solo diciott’anni, ma la distanza delle loro patrie non è riuscita a dividere il loro legame.
Per questo il bimbo, nato a Sacramento (California), quando ha solo quattro anni inizia quella che diventerà una delle scoperte più sorprendenti e istruttive della sua vita: conoscere in modo più approfondito la storia delle proprie origini, e in particolare della vita di sua nonna Andra.
Trascorrere l’estate con la nonna è per lui una gioia immensa e se dapprima imparare l’italiano per Joshua è una sfida, ben presto inizia ad assorbire qualsiasi cosa gli insegni la nonna. Così facendo, l’estate trascorre nel migliore dei modi a suon di gelati deliziosi, lunghe passeggiate, panorami meravigliosi, e tante tante chiacchierate con la nonna Andra.
Fino a quando non nota che sull’avambraccio sinistro della nonna ci sono scritti dei numeri.
Il bambino non capisce come mai il volto di nonna Andra cambi repentinamente quando il nipotino curioso le chiede al riguardo. Non è facile spiegare cosa racchiudano quei numeri ed è un ricordo che la nonna aveva cercato di cacciare in fondo alla sua anima per tanto tempo.
Eppure, decide di raccontare al nipotino la realtà, scegliendo di farlo a puntate, via via che Joshua sarebbe cresciuto e sarebbe stato in grado di comprendere davvero cosa gli stesse raccontando.
Non una storia di fantasia, ma una dura, crudele e terrificante realtà accaduta.
Joshua vide che aveva dei numeri scritti sull’avambraccio sinistro, poco sopra il polso. Non era capace di leggerli e allora le chiese che cosa fossero.
Lei esitò, non sapeva cosa dire, rimase un po’ in silenzio cercando la risposta, cercando di immaginare se esistesse un modo giusto per raccontare a un bambino una storia dolorosa e terribile.
Poi, lentamente, cominciò a parlare. Spiegò a Joshua che quei numeri erano stati tatuati sulla sua pelle quando anche lei aveva quattro anni, alla fine di un lunghissimo viaggio su un treno di legno che andava molto lento, nel giorno in cui aveva visto per l’ultima volta la nonna che amava tanto e con cui aveva vissuto.
Questa storia, che inizia con una piccola Andra e rappresenta un pezzo dolorosissimo della sua vita e di quella di milioni di ebrei europei che si sono visti stravolgere letteralmente la vita di punto in bianco con l’inizio della diffusione delle leggi raziali.
Andra comincia parlandogli del viaggio in treno: il piccolo Joshua inizialmente non capisce quello che sta cercando di raccontargli la nonna, ma anche se non comprende la totale portata di quelle parole, ne intuisce subito l’importanza. Ed è per questo che, negli anni a venire, continua a chiedere alla nonna che vada avanti col racconto, perché lui vuole sapere e capire. E la storia diventa sempre più lunga e dura da ascoltare.
Soprattutto quando la nonna si trasferisce in California e – dato che Joshua è ormai alle elementari – può raccontare più intensamente al nipote le pieghe atroci del suo passato.
Il suo problema all’inizio di quell’estate era stato di far capire a tutti che lui era il nipote della nonna Andra, anche se la sua pelle era più scura, perché figlio di un papà afroamericano e di una mamma italiana.
Adesso aveva imparato di essere ebreo, anche se non capiva bene cosa significasse.
Ci sarebbero voluti molti anni per arrivare alla fine della storia, ma nonna Andra non poteva immaginare di aver cominciato a seminare in quel bambino una passione per la memoria che avrebbe fatto la differenza nella sua vita.
Andra Bucci, con la sorella maggiore Tatiana, ha solo quattro anni quando viene deportata con parte della sua famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz.
Le bambine sono vestite uguali per caso, indossano un cappottino grigio che aveva cucito la loro mamma Mira, si assomigliano molto anche in altezza e stanno sempre assieme. Questo faceva pensare che le due bambine fossero gemelle… ed è un dettaglio assai rilevante che probabilmente è stato la loro salvezza!
Inoltre sono state vitali l’una all’altra per mantenere viva la voglia di vivere, di sognare e vi ricordarsi giorno dopo giorno la loro vera identità: Andra e Tatiana Bucci. Cosa non semplice in un luogo dove venivano considerati come numeri e trattati peggio della feccia.
La verità è che Andra e Tatiana ce l’avevano fatta perché erano in due e si davano forza a vicenda: «Stavamo sempre appiccicate, non ci perdevamo di vista un solo istante».
La nonna raccontò a Joshua di come i bambini, per sopravvivere, si inventino mondi immaginari o cerchino di non vedere l’orrore […] «Vedi, Joshua, ci si abitua anche alle cose più terribili, anche a pensare che fosse normale che quei grandi camini funzionassero giorno e notte per bruciare i corpi dei morti.»
Adesso la storia era terribilmente chiara e viva nella testa di quel bambino californiano che aveva appena finito le elementari. Anzi, era così viva che, tornato a scuola a Sacramento, alla fine dell’estate, si rese conto che aveva cominciato a guardare il mondo con gli occhi della nonna.
Con la nonna accanto e la storia al completo, Joshua inizia a pensare che una storia così importante debba essere raccontata a tutti.
E non solo. Per sentirsi più vicino alla nonna, Joshua decide di provare sulla sua pelle quanto di più simile alla sofferenza, fame, paura, freddo, fatica abbiano provato gli ebrei nei campi di concentramento, e per farlo sceglie di trascorrere una settimana intera di fine Dicembre in garage col minimo indispensabile, senza nulla con cui intrattenersi, in completa solitudine e con una piccola dose di brodo e un tozzo di pane razionati giornalmente.
E decide inoltre di far diventare il suo esperimento il suo personale progetto scolastico di fine anno.
Finalmente, nella testa di Joshua era tutto chiaro: avrebbe tentato di rivivere l’esperienza vissuta dalla nonna quand’era una bambina. Voleva capire cosa avesse provato, cosa avesse dovuto affrontare, voleva ricollegarsi al passato della sua famiglia attraverso un esperimento in prima persona.
Come si tramanda la memoria? A me l’ha insegnato un ragazzo speciale.
Quando Joshua ha iniziato il percorso nei ricordi della nonna non immaginava dove sarebbe andato a parare, ma quel bimbo, bambino, adolescente, adulto che è diventato via via si è formato anche grazie alla consapevolezza del passato della nonna e di ciò che rappresenta la sua storia.
L’enorme empatia e sensibilità del ragazzo gli hanno infuso tanto la voglia di conoscere, quanto la necessità di tramandare.
Per questo Joshua ha iniziato a parlare a tutti di quel pezzo così doloroso della sua famiglia, per sensibilizzare quanto più possibile chiunque non ne fosse a conoscenza, a partire dai suoi coetanei, compagni di scuola, inseganti, amici.
E anni dopo, ha affrontato anche il lungo viaggio assieme alla sua famiglia per vedere coi propri occhi i luoghi della tortura.
Joshua è un ragazzo molto saggio, curioso ed empatico e ha scelto di conoscere e tramandare per un grande senso di giustizia, di dovere e responsabilità.
Tenere viva la memoria è prezioso e fondamentale.
La storia narrata tra le pagine di “Sarà la tua memoria” non è una storia di fantasia, bensì la realtà: quella che l’autore Mario Calabresi ha appreso con le sue orecchie quando ha avuto l’opportunità di conoscere di persona Andra e Tatiana Bucci durante i viaggi con i sopravvissuti.
E anche quando ha potuto conoscere e incontrare Joshua e la sua famiglia e sentire direttamente da loro tutti i racconti del progetto del giovane.
Le tematiche racchiuse nel libro di Calabresi sono tematiche toste ed importanti, eppure sono narrate in modo semplice e chiaro dall’autore, che ha alle spalle numerosi libri, però questo è il suo primo romanzo indirizzato ad un pubblico giovanissimo.
E forse è questa la chiave giusta con cui affrontare la storia di Joshua, un ragazzo curioso di scoprire le proprie origini ma anche di scavare a fondo nel passato e nelle atrocità dell’olocausto, vedendo sia tutto il dolore e le stragi causate, sia il senso di necessità nel raccontare tutto ciò che è successo veramente. E lo ha fatto con una maturità ed una spontaneità insoliti per la sua giovanissima età.
Forse è proprio per questo motivo che Mario Calabresi ha optato per mettere Joshua al centro di questo racconto: per la sua età, per la sua sensibilità e per la sua voglia di trasmettere il messaggio importante della memoria.
Un ottimo esempio di come affrontare gli orrori del passato, prenderne coscienza e imparare nel modo migliore come rendere giustizia a chi non l’ha avuta. Con la memoria.
Ho scelto di leggere questo breve ma intenso romanzo grazie all’opportunità in cui sono incappata per caso alla Bologna Children Book Fair di Marzo 2023.
Ero proprio vicino allo stand Mondadori quando c’è stata la presentazione del libro in anteprima: l’autore ha parlato di come sia nata l’idea del libro, la sua grande curiosità sull’argomento e come le coincidenze della vita l’abbiano portato a fare un incontro davvero importante.
Il libro non era ancora uscito e l’autore non poteva spoilerare troppo, però è stata una di quelle occasioni che ti colpiscono e ti rimangono incollate addosso fino a che non riesci a soddisfare la tua curiosità… ed è così che non appena ho visto il libro tra le novità, me lo sono subito accaparrata.
La storia di Joshua è strettamente legata a quella di sua nonna Andra per il legame speciale che il nipote ha instaurato con lei, un legame forte e puro, sincero ed empatico… ed è questo quello che mi ha colpita in particolare.
L’autore ha fatto da tramite per portare nero su bianco la loro storia e devo dire che ho apprezzato molto il modo con cui l’ha fatto: semplice, chiaro, diretto, dando rilevanza sia alle atrocità ma anche alla positività che il piccolo Joshua ne ha tirato fuori: un modo eccellente ed efficace per trasmettere il messaggio di cui è stato portatore grazie alla nonna sopravvissuta.
Consiglio la lettura di questo romanzo ai lettori di qualsiasi età che abbiano la sensibilità, la curiosità e il coraggio di scoprire e tramandare.
Una storia che ha attraversato l’Oceano più volte, una storia che ha vissuto in due epoche diverse, una storia che ha un sapore particolare proprio perché riesce a trovare il giusto equilibrio tra tutto ciò che è successo e tutto quello che si può fare per non farlo dimenticare e che non succeda mai più.
Mario Calabresi, giornalista e scrittore, dirige la podcast company Chora Media, di cui è uno dei fondatori, ed è autore della newsletter settimanale Altre/Storie (mariocalabresi.it). È stato direttore de "La Stampa" e "la Repubblica".
Per Mondadori ha pubblicato: Spingendo la notte più in là (2007), La fortuna non esiste (2009), Cosa tiene accese le stelle (2011), Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa (2015), La mattina dopo (2019), Quello che non ti dicono (2020) e Una volta sola (2022).
Sarò la tua memoria è il suo primo libro per ragazzi.
Per Mondadori ha pubblicato: Spingendo la notte più in là (2007), La fortuna non esiste (2009), Cosa tiene accese le stelle (2011), Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa (2015), La mattina dopo (2019), Quello che non ti dicono (2020) e Una volta sola (2022).
Sarò la tua memoria è il suo primo libro per ragazzi.
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