[Titolo originale: "Eight Days of Luke"]
Diana Wynne Jones (Londra 1934 – Bristol 2011) inizia a scrivere da bambina, per rimediare alla carenza di libri di cui il padre faceva soffrire lei e le sue sorelle. I personaggi dei suoi romanzi sono tutti proiezioni dei protagonisti della sua infanzia, e in ognuno dei suoi libri sono presenti episodi della sua vita. È autrice di più di trenta romanzi che hanno riscosso grandi consensi in tutto il mondo. In seguito al successo de “Il castello errante di Howl” (scritto nel 1986), Diana Wynne Jones ha scritto due nuovi romanzi ambientati a Ingary e aventi gli stessi protagonisti: “Il castello in aria” (1990), che costituisce l’ideale seguito, e “La casa per ognidove” (2008) che chiude la trilogia, interamente pubblicata in Italia da Kappalab, così come l’avventura multidimensionale “La città del tempo” e il mystery “Fuoco e cicuta”.
Il protagonista del libro è David Allard, un ragazzo rimasto orfano che vive coi suoi prozii Dot e Bernard Price, il cugino Ronald e sua moglie Astrid, ad Ashbury, un piccolo paesino dove non ci sono molti ragazzini con cui giocare. Proprio per questo motivo David è terrorizzato dalle vacanze: passare il tempo a casa dei parenti che lo sopportano a malapena e che non fanno che ripetergli continuamente quanto lui debba essere loro grato per come si prendono cura di lui, nonostante fatichino a sopportare la sua presenza, non è per niente facile... e il collegio, i viaggi d'istruzione e i campi estivi a cui lo mandano in continuazione non sono fatti per farlo divertire (visto che ovunque vada lui non conosce mai nessuno e si senta molto solo), bensì per toglierselo dai piedi ulteriormente...
Perciò quando, tornato per le vacanze estive, David scopre che i suoi parenti non solo si sono scordati la data del suo ritorno, ma non hanno nemmeno organizzato nessun viaggio per lui, non sa come disperarsi: stare a casa è davvero una tortura, perché i parenti non fanno la minima fatica a nascondere quanto lo detestino!!
Il primo vero e proprio pensiero fu quello di chiedersi come avesse potuto non accorgersi, fino a quel momento, del fatto che l'unico desiderio dei suoi parenti fosse quello di sbarazzarsi di lui, ogni volta che ne avevano l'occasione.
Probabilmente, era quella la ragione per cui insistevano sempre così tanto sulla gratitudine che avrebbe dovuto provare: loro si stavano prendendo cura di lui nonostante non lo desiderassero affatto. Come mai non se ne era accorto prima?
Quando pensa che le cose stiano per diventare insopportabilmente noiose, inizia a borbottare parole sempre più insensate, a caso, per sbollire la rabbia contro i parenti, fino a che, all'improvviso, il muro di cinta che separa il giardino dei Price con quello dei vicini, esplode in una nube di polvere e detriti!
Già così la cosa potrebbe sembrare inspiegabile, ma quando in mezzo alla nube di fumo e polvere appare un ragazzo che gli dice di chiamarsi Luke e che lo ringrazia enormemente per averlo liberato, David non riesce a capire se stia sognando o se sia la realtà...
Questo Luke sembra un tipo davvero simpatico e affabile, pare proprio interessato a trascorrere piacevolmente il suo tempo con David, il quale non può chiedere di più di un nuovo compagno di giochi per rallegrare e movimentare le lunghe giornate estive solitarie che altrimenti lo aspetterebbero, quindi non ci pensa due volte ad accettare la proposta di amicizia di un ragazzo così singolare dai capelli rossi, il volto pieno di lentiggini e gli occhi vispi color bruno-rossastro... anche quando Luke gli propone di raggiungerlo in qualsiasi momento, basta che David accenda un fuoco.
Ammetto di aver scoperto l'esistenza di questo libro (pubblicato per la prima volta nel 1975) solo qualche settimana fa, e sono rimasta incuriosita dalla trama e dal fatto che una bookblogger che conosco lo avesse proposto tra i suoi consigli di lettura a tema mitologico... tuttavia non avevo proprio idea che mi sarei incappata in un libro così tanto ma così tanto singolare... e singolare è un eufemismo!
Ammetto di aver divorato velocemente le pagine e i capitoli, ma non saprei dire se effettivamente io poi lo riuscirei a consigliare... è stata una lettura molto molto strana, dove ogni capitolo mi dava la sensazione che non fosse ancora successo il centro della storia, e quindi andavo avanti aspettando e aspettando che succedesse qualcosa di succoso...
Non ho provato particolare simpatia per i personaggi, anche se ho apprezzato l'evoluzione di alcuni dei principali, e non sono riuscita bene a capire in che epoca sia ambientata la storia (forse nel 1975? prima? non è molto chiaro), comunque i capitoli sono brevi e scorrevoli, alimentano la curiosità di continuare ad andare avanti ancora (nonostante poi nella storia non succeda chissà che) e il linguaggio in cui è narrato è un linguaggio semplice.
Il protagonista David parla in prima persona raccontando tutta la storia al presente, momento per momento, in base a quello che gli succede, è questo è uno degli aspetti che ho apprezzato della narrazione, perché dà una linearità agli eventi e fa capire in modo chiaro come si senta il protagonista.
Tuttavia devo ammettere che prima di trovare il famoso "aspetto mitologico" che mi aspettavo, ce ne è voluto di tempo, e - a mio modestissimo parere - l'autrice avrebbe potuto forse svilupparlo meglio, dandogli più spazio... cosa che invece ha deciso di fare praticamente solo verso la fine come effetto sorpresa, risultando però ai miei occhi come una trama un po' tirata per le lunghe per gran parte del libro, e invece fin troppo frettolosa sulla fine.
Ma magari sono io che non sono entrata molto in sintonia con la storia e non ho colto l'essenza che l'autrice ha inserito tra le righe... chissà?
Certo è che a me è sembrata una storia alquanto verosimile e per gran parte del tempo, fino ad arrivare ad un misto quasi troppo fantastico alla fine... probabilmente avrei preferito che i due aspetti fossero bilanciati un pochettino di più...
Ma i gusti son gusti! :-P e poi non fa mai male uscire dalla propria confort zone di lettura... perché ti spinge a riconsiderare ancora di più nuovi autori, nuove storie, nuovi stili di scrittura e nuove tipologie di narrazione...che potrebbero piacere o, al contrario, confermare quanto invece i tuoi gusti siano già ottimi così e di continuare su quella strada senza cercarne di nuove... 😅
– Lara M. – ♥
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