Marco Magnone è nato ad Asti nel 1981. È autore di saggi e romanzi pubblicati da Mondadori, tra cui La mia estate indaco e Fino alla fine del fiato. Insegna alla Scuola Holden di Torino, è socio del festival Mare di Libri e collabora a diversi progetti di educazione alla lettura. Ma soprattutto, appena trova una buona scusa, prende lo zaino e parte per qualche viaggio.
Ottavia Bruno (illustrazioni del libro) ha frequentato lo IED e il Mi-Master di Illustrazione editoriale di Milano. Collabora come illustratrice e graphic designer con case editrici, riviste e aziende. Insegna come assistente alla NABA di Milano nel corso di tecniche di illustrazione; organizza laboratori di stimolazione della creatività per scuole elementari.
Viola ha 14 anni e ha appena finito gli esami di terza media e, con i suoi genitori, sta lasciando Torino per andare ad abitare in un paesino a due ore di auto.
Suo padre è cuoco: ha finalmente ricevuto l’offerta di lavoro che aspettava da sempre, mentre sua mamma come lavoro corregge libri tecnici e scientifici e lavora da casa. Per questo motivo i genitori sono felicissimi di questo trasferimento… Viola tuttavia è un tumulto di sentimenti contrastanti:
Per me invece significava che non avrei più rivisto i vecchi compagni di scuola e dell’oratorio. Un’autentica fortuna. Una liberazione, dopo tre anni passati a cancellare dagli occhi le scritte alla lavagna e sul banco, e dalle orecchie le battute e l’eco dei ghigni che mi seguivano dalla classe ai corridoi fino in bagno. Anche se chiudevo la porta, e mi ci premevo contro per tenerle fuori, entravano lo stesso. E mi riportavano al Giorno In Cui Ho Toccato Il Fondo.
Quello che sarebbe mancato, piuttosto, era camera mia, le mensole sopra il letto ancora ingombre di peluche di quand’ero piccola. […]
Il Giorno In Cui Ha Toccato Il Fondo è successo ben 4 anni prima, tuttavia continua a perseguitarla e prende forma nella sua mente ogni volta che qualcuno la prende in giro, sia che fosse stato presente quel giorno, sia per sentito dire… quindi in un modo o nell’altro Viola non riesce proprio a liberarsene!
Certo, a Torino ha il nonno e lo zio, ha i suoi ricordi nella vecchia casa, ma per quanto la paura dei cambiamenti la terrorizzi, forse dover per forza cambiare casa e vita potrebbe non essere così male…
L’unica cosa che le scoccia enormemente è che, a causa di questo trasferimento improvviso, non potrà trascorrere l’estate col nonno nella roulotte in montagna come ha sempre fatto fin da piccola, e lei è davvero legatissima al nonno, alla montagna e alla sua migliore amica Charlie (Carlotta) che ha conosciuto proprio in montagna in vacanza quando erano piccole.
Staccarsi dalla propria casa, dalle proprie abitudini, dall’estate con la sua migliore amica e soprattutto dal nonno sono le cose che mettono più di malumore Viola, almeno finché non decide di farsi un giro in bici da sola per esplorare il nuovo paese… e al campetto fa la conoscenza di alcuni ragazzi della sua età che la invitano subito a giocare con loro a pallavolo.
Cate, Chiacchiera, Bomba, Sofi e Mirko diventeranno subito motivo per Viola di mettersi in gioco (sia letteralmente che in senso figurato), le daranno modo di sentirsi accettata e scoprirà cosa voglia dire avere davvero degli amici che vogliono il tuo bene.
Certo, loro non sono i soli con cui Viola faccia la conoscenza… perché c’è anche un altro ragazzo che colpirà immediatamente l’attenzione di Viola….e non solo l’attenzione!
Il suo nome è Indaco. Indaco ha anche lui la stessa età del gruppetto, ma a differenza degli altri, non abita lì in paese, ma trascorre solamente le vacanze estive lì in zona. Tuttavia i suoi capelli scompigliati, il suo motorino nero pieno di adesivi, la tracolla con tasco ricoperto da disegni stilizzati e soprattutto i suoi occhi di un blu stranissimo colpiscono a tal punto Viola da lasciarla di stucco.
La seconda è che, oltre a non averne la forza, non ho nemmeno la voglia. Stare così, occhi negli occhi, per qualche ragione non mi provoca la reazione allergica che di solito mi prende in circostanze simili. Anzi, l’esatto contrario. Gli occhi di Indaco sono un rifugio in cui nascondersi. Un quasi-nero-blu da esplorare.
A conferma di questo, la terza cosa strana che succede è che i rumori attorno a noi scompaiono, come se qualcuno avesse trovato il tasto per togliere l’audio al resto del mondo.
Indaco ha qualcosa di misterioso e pericoloso assieme che lo rendono subito così interessante agli occhi di Viola da diventarne un chiodo fisso… anche perché Indaco, nonostante gli altri nuovi amici l’abbiano presa in simpatia così su due piedi, senza pensarci due volte, è l’unico che riesca ad intravedere le insicurezze di Viola e a farla sfogare…
«Non sarebbe bello se invece la vita fosse tutta così? Una stanza vuota, da riempire come ci pare… solo quello che vogliamo noi e nient’altro… niente di inutile, niente di cui non ci importi, o che ci impongano gli altri. A te non andrebbe? Potremmo anche farlo insieme.»
Questa nuova versione di Viola piace molto di più a se stessa di quanto si sarebbe aspettata, e quindi le giornate iniziano a trascorrere sempre più velocemente e più dense… almeno fino a quando qualcosa va perfino oltre la sua immaginazione.
[…] il tempo può perdere significato, non solo quando ti ritrovi incastrata da qualche parte senza sapere come tirarti fuori. Ma anche l’esatto opposto. Quando ti rendi conto che, per una fortunata combinazione che non dipende da te, ogni pezzo è esattamente al posto giusto. E tu, che vuoi solo goderti l’attimo fino a raschiare il fondo, non sai nemmeno cosa dire. Perché non conosci parole abbastanza potenti per farci stare dentro tutto.
Conoscevo già la scrittura di Marco Magnone, anche se è la prima volta che io lo leggo “sa solo” e non “a quattro mani” con Fabio Geda.
Avevo adocchiato questo libro qualche tempo fa, quando era uscito, ed ero stata particolarmente colpita dalla copertina e dal titolo… e anche per il fatto che fosse piaciuto anche ad una mia cara amica lettrice vorace come me. Quindi finalmente ho preso la palla al balzo e mi sono decisa.
La storia narrata in “La mia estate Indaco” è una storia di cambiamenti, di transizione, di evoluzione, di insicurezze ma anche di scoperte, è una storia dalle tinte a tratti felici e a tratti dolorose, perché scava a fondo in alcuni momenti della protagonista e della sua famiglia, della sua adolescenza e delle sue piccole grandi insicurezze alle quali la me ragazzina si è sentita molto vicina.
Non so se io fossi già così propensa alla lettura quando ho iniziato il libro proprio per tutte queste aspettative, però posso confermare che la lettura scorrevolisssssima (ho letto il libro in un giorno solo!!) mi ha coinvolta e fatta riflettere, e mi ha trasportata indietro nel tempo a quando anch’io stavo vivendo l’estate tra le medie e le superiori.
Non c’è un personaggio preciso che io abbia preferito in assoluto, ma tante piccole sfaccettature dell’uno o dell’altro che mi hanno fatto dire “hey, c’è anche qualcosa di me in questo libro, doveva proprio capitare tra le mie mani prima o poi!!”. Solo emozioni, piccole sensazioni, somiglianze e immagini che mi hanno colpita che si sono soffermate a lungo dentro di me.
Certo è stata una lettura letteralmente tutta d’un fiato che mi ha fatta riflettere ed empatizzare.
Ho apprezzato molto la citazione sul tempo, che ho trascritto poco sopra… ecco, quando trovo frasi di questo genere che mi attirano ancora di più alla pagina, so che la lettura che ho affrontato è stata decisamente una lettura di cui sia valsa la pena!! 😉
– Lara M. – ♥