Titolo: Io e te come un romanzo
[Titolo originale: Words in Deep Blue]
Autore: Cath Crowley
Editore: Mondadori
Data di uscita: 19 Settembre 2017
Genere: Narrativa contemporanea | Young Adult
Pagine: 352
Volume: autoconclusivo
La sera del ballo di fine anno, quando sta per entrare con il suo ragazzo e presentarlo finalmente ai suoi amici, Mia litiga con Bradley, che se ne va e la lascia sola nel parcheggio. La serata, però, è troppo importante per lei: è candidata a essere eletta reginetta della scuola, ma soprattutto deve dimostrare a tutti che Bradley esiste veramente. La sua amica Jules, infatti, la accusa di essere una bugiarda e di aver mentito sulla sua storia. Così Mia chiede a un ragazzo fermo in auto nel parcheggio di farle da cavaliere per la serata, fingendosi Bradley. L'esito di quella scelta avrà risvolti imprevedibili per Mia, che dovrà districarsi tra bugie e finti appuntamenti in un viaggio alla scoperta dell'amore e di se stessa.
Una storia dolce e passionale, che fa sognare e svela dove trovare l'amore: proprio qui davanti a te, se guardi gli altri con occhi diversi e ti fai conoscere per davvero.
Cath Crowley è un’affermata autrice di libri per ragazzi. I suoi romanzi, tra cui Graffiti Moon, hanno ricevuto i maggiori riconoscimenti per la letteratura young adult. Insegna scrittura creativa a Melbourne, in Australia, dove vive.
Buongiorno lettori! 😊 ♥
La mia recensione oggi vedrà come protagonista un libro che avrete certamente visto in giro, o preso in mano o ne avrete sentito parlare... è uscito recentemente per la casa editrice DeA ed è "Io e te come un romanzo" di Cath Crowley.
Siccome l’ho letto praticamente tutto d'un fiato e con molto trasporto, ho pensato di parlarvene… spero che gradiate molto la mia scelta! 😉
Come sempre, ogni vostro commento è ben accetto... vi aspetto sotto alla recensione! 😉
Avete mai pensato di imbattervi in un libro un po’ per caso, di leggerlo senza avere idea di quale sia la trama, e di innamorarvene fin dalla prima frase?
Ecco, è quello che è successo a me con “Io e te come un romanzo”.
Nonostante sia il primo libro che leggo di quest’autrice, ho adorato fin da subito lo stile, la profondità dei sentimenti descritti, la cura con cui viene narrato ogni particolare (compresi i flashback) e in che modo garbato si avvicini a parlare di momenti anche molto dolorosi… insomma, se non si è ancora capito, stravedo per questo libro!!
Se pensate che sia un libro super romantico (come potrebbe far intendere l’immagine della copertina), non lo è: l’argomento centrare di questo libro è sì l’Amore con la A maiuscola, ma l’amore in varie sfaccettature. L’amore per i libri e la lettura, l’amore fraterno, il legame con il proprio passato a cui si fa fatica a staccarsi (ma poi è giusto liberarsene? O meglio collezionarlo in un cassetto della memoria, pronto per essere rivisto quando verrà il momento adatto?), e l’Amicizia… un’amicizia che è talmente importante da non essere persa per nessun motivo… a qualunque costo.
La storia narrata nel libro però ha un marcatore temporale molto forte che divide tutto nel “prima” e nel “dopo la disgrazia”.
Chi parla è soprattutto la protagonista diciottenne Rachel Sweetie la quale, in prima persona, ci racconta non solo la sua vita attuale, ma anche come fosse “prima”.
I suoi genitori hanno divorziato 10 anni prima e da allora il padre lavora per Medici Senza Frontiere, mentre la madre è un’insegnante di scienze al liceo di Sea Ridge.
La madre ha sempre amato l’Oceano e le creature marine, ed ha trasmesso questa sua passione a Rachel e al piccolo Cal, insegnando lei stessa a nuotare ai figli, raccomandandosi bene di non nuotare mai da soli… cosa che hanno sempre fatto.
Il legame tra i due fratelli è davvero forte, nonostante la differenza d’età, e Rachel da sorella maggiore, si sente in dovere di proteggere il fratellino, che ha un carattere decisamente più chiuso e timido dei coetanei.
La famiglia Sweetie è cresciuta a Gracetown, un sobborgo di Melbourne, ma da tre anni (quando Rachel aveva 15 anni), si sono trasferiti a Sea Ridge per stare più vicini alla nonna, che aveva bisogno d’aiuto… e non volevano che, per questo, fosse venduta la casa vicino all’Oceano. Ma Sea Ridge in fondo è una seconda casa per loro, visto che hanno trascorso lì nella casa della nonna tutte le vacanze estive ed invernali da sempre.
“Prima della disgrazia”, Rachel era una ragazza dai lunghi capelli biondi, occhi azzurri, ficiso snello e sportivo e un’abbronzatura vivace; era una ragazza allegra e solare, socievole e piena di energie, nonché aveva pianificato tutta la sua vita fino all’ultimo dettaglio: prendeva voti eccellenti, era felice, voleva diventare una ittiologa e studiare i cetacei come la balena col becco, voleva viaggiare, voleva andare all’università e voleva essere libera.
Ora invece, “dopo la disgrazia”, decide di ritrasferirsi a Gracetown a casa della zia Rose, la quale le ha trovato un lavoro al bar del St. Albert, l’ospedale dove la zia lavora come medico.
Questa crepa profonda nella vita di Rachel contiene anche tanti ricordi dolorosi, come rivedere dopo tanto tempo il suo ex amico del cuore Henry Jones.
Erano migliori amici da sempre, talmente legati da comportarsi come fratelli… fino a quando qualcosa si è incrinato. Ma era ancora il “prima”.
Per Rachel è difficilissimo parlare di quello che è successo “dopo la disgrazia” e non ha intenzione di parlarne con nessuno, tantomeno con Henry, che non vuole assolutamente rivedere! Anzi, non vuole rivedere nessuno delle persone che conosceva anni prima, quando era ancora felice
Anche se, forse, potrebbero non riconoscerla: Rachel ora è cambiata sia esteriormente che caratterialmente e l’ha fatto per il vuoto enorme che prova, assieme all’enorme senso di colpa che tiene chiuso nel cuore e che non riesce a spiegare a nessuno, nemmeno ai suoi genitori.
Tuttavia il ritorno improvviso a Gracetown rimescolerà le carte in tavola, non solo per lei, ma per tutti.
È così che l’autrice permette ai lettori di conoscere anche gli altri personaggi importanti del libro, ovvero Henry Jones (coetaneo di Rachel, pieno di qualità anche se non propriamente conscio di possederle) e sua sorella minore George, ma anche i genitori Jones, Martin (un ragazzo che vi stupirà) e la super tiratissima (e smorfiosa) Amy.
Ma soprattutto l’autrice ci permette di fare la conoscenza della meravigliosa Biblioteca delle lettere nella libreria dei Jones (libreria piccola di libri usati, che gestiscono con una cura ed una passione infinite, dove si rifugia chi ha bisogno di un attimo di tranquillità, chi vuole entrare nel mondo fantastico dei libri o anche chi… ha bisogno di lasciare un messaggio che venga custodito, nella speranza – o meno – che, prima o poi, raggiunga il diretto/a interessato/a).
Non vi posso svelare il perché, ma questo luogo magico sarà una parte fondamentale nel libro!!
Aggiungo solo un’altra chicca: nel libro ci sono davvero svariate citazioni, allusioni ad opere narrative contemporanee e del passato, frasi stupende e memorabili che aumentano ulteriormente l’emozione con cui leggerete il libro.
Questo libro ti rapisce mentre leggi, ti cattura a tal punto da sentirti anche tu parte integrante della storia, ti sembra quasi di poter camminare tra gli scaffali della Biblioteca delle lettere, poter scorrere le dita sulle costolette dei libri, scegliendo in quale poter lasciare un messaggio per qualcuno di importante, un messaggio segreto che magari nessuno leggerà mai… o chissà, magari proprio il diretto interessato avrà prima o poi quel libro tra le sue mani e leggendolo sbucherà fuori la lettera, quel messaggio scritto con cura con mani tremanti e occhi colmi di emozione.
Leggere questo libro per me è stato come un tuffo da un’alta scogliera, immergermi nelle fredde acque dell’Oceano, risalendo lentamente tra le onde, da dove filtra la luce del sole… Ho trovato questa lettura talmente intrisa di emozioni forti, toccanti e decisamente vere da strapparti qualche lacrima (dico davvero!), da stringerti il cuore e accelerare il respiro… e da entrarti dentro.
Ho apprezzato particolarmente il carattere forte di Rachel, ho amato alla follia l’idea delle lettere e della Biblioteca delle lettere, ho detestato decisamente il modo tremendamente egoista di fare di Amy, non ho capito la poca lucidità di Henry, mi hanno colpita la tenacia di Martin, la purezza di Cal e la tenacia di George, i sogni ad occhi aperti del signor Jones e la voglia di ricominciare di tutti loro.
Mi hanno colpita molte delle citazioni “libresche” sparse qua e là in tutto il libro, come anche l’estrema delicatezza che ha avuto l’autrice nel trattare determinati temi, nell’affrontare i personaggi così diversi tra loro e nell’aver ideato un libro che non è solo un libro, ma un racconto dentro un racconto, legato ad altri libri con un filo invisibile ma resistente, una sorta di ponte verso altri luoghi, altre persone, altri ricordi ed altre storie.
Leggere “Io e te come un romanzo” non è come leggere semplicemente un libro per young adults, è molto di più: è un tuffarsi più a fondo nei meandri della vita, nella poliedricità dei sentimenti, nelle molteplici sfide che la vita di pone dinnanzi… e mi ha fatto desiderare che ci fosse davvero un luogo simile dove poter entrare e lasciare i propri pensieri, un luogo intriso di speranze, di ricordi di ogni genere e di vite intrecciate tra loro per caso… o per destino.
Ed è esattamente quello che ha provato anche l’autrice, come ha detto in una intervista in diretta facebook dagli uffici della DeA, un’intervista alla quale ho potuto assistere anch’io (seppur attraverso lo schermo del mio computer), ma alla quale ho potuto fare anch’io un paio di domande, alle quali l’autrice ha risposto con molto entusiasmo, empatia, cordialità, e simpatia.
Penso che queste sue caratteristiche lei le inserisca anche in quello che scrive, perché ho notato la stessa sensazione di quando leggevo le pagine di questo libro, e penso sinceramente che uno scrittore che parla bene esattamente come scrive divinamente, sia la dimostrazione di quanto forte sia il suo legame con la scrittura e con tutto ciò che immagina e “vive” scrivendo i suoi libri.
Ecco, è quello che è successo a me con “Io e te come un romanzo”.
Nonostante sia il primo libro che leggo di quest’autrice, ho adorato fin da subito lo stile, la profondità dei sentimenti descritti, la cura con cui viene narrato ogni particolare (compresi i flashback) e in che modo garbato si avvicini a parlare di momenti anche molto dolorosi… insomma, se non si è ancora capito, stravedo per questo libro!!
Se pensate che sia un libro super romantico (come potrebbe far intendere l’immagine della copertina), non lo è: l’argomento centrare di questo libro è sì l’Amore con la A maiuscola, ma l’amore in varie sfaccettature. L’amore per i libri e la lettura, l’amore fraterno, il legame con il proprio passato a cui si fa fatica a staccarsi (ma poi è giusto liberarsene? O meglio collezionarlo in un cassetto della memoria, pronto per essere rivisto quando verrà il momento adatto?), e l’Amicizia… un’amicizia che è talmente importante da non essere persa per nessun motivo… a qualunque costo.
La storia narrata nel libro però ha un marcatore temporale molto forte che divide tutto nel “prima” e nel “dopo la disgrazia”.
Chi parla è soprattutto la protagonista diciottenne Rachel Sweetie la quale, in prima persona, ci racconta non solo la sua vita attuale, ma anche come fosse “prima”.
I suoi genitori hanno divorziato 10 anni prima e da allora il padre lavora per Medici Senza Frontiere, mentre la madre è un’insegnante di scienze al liceo di Sea Ridge.
La madre ha sempre amato l’Oceano e le creature marine, ed ha trasmesso questa sua passione a Rachel e al piccolo Cal, insegnando lei stessa a nuotare ai figli, raccomandandosi bene di non nuotare mai da soli… cosa che hanno sempre fatto.
Il legame tra i due fratelli è davvero forte, nonostante la differenza d’età, e Rachel da sorella maggiore, si sente in dovere di proteggere il fratellino, che ha un carattere decisamente più chiuso e timido dei coetanei.
La famiglia Sweetie è cresciuta a Gracetown, un sobborgo di Melbourne, ma da tre anni (quando Rachel aveva 15 anni), si sono trasferiti a Sea Ridge per stare più vicini alla nonna, che aveva bisogno d’aiuto… e non volevano che, per questo, fosse venduta la casa vicino all’Oceano. Ma Sea Ridge in fondo è una seconda casa per loro, visto che hanno trascorso lì nella casa della nonna tutte le vacanze estive ed invernali da sempre.
“Prima della disgrazia”, Rachel era una ragazza dai lunghi capelli biondi, occhi azzurri, ficiso snello e sportivo e un’abbronzatura vivace; era una ragazza allegra e solare, socievole e piena di energie, nonché aveva pianificato tutta la sua vita fino all’ultimo dettaglio: prendeva voti eccellenti, era felice, voleva diventare una ittiologa e studiare i cetacei come la balena col becco, voleva viaggiare, voleva andare all’università e voleva essere libera.
Ora invece, “dopo la disgrazia”, decide di ritrasferirsi a Gracetown a casa della zia Rose, la quale le ha trovato un lavoro al bar del St. Albert, l’ospedale dove la zia lavora come medico.
Questa crepa profonda nella vita di Rachel contiene anche tanti ricordi dolorosi, come rivedere dopo tanto tempo il suo ex amico del cuore Henry Jones.
Henry diceva sempre che eravamo così in sintonia da poter comunicare telepaticamente.
Erano migliori amici da sempre, talmente legati da comportarsi come fratelli… fino a quando qualcosa si è incrinato. Ma era ancora il “prima”.
Per Rachel è difficilissimo parlare di quello che è successo “dopo la disgrazia” e non ha intenzione di parlarne con nessuno, tantomeno con Henry, che non vuole assolutamente rivedere! Anzi, non vuole rivedere nessuno delle persone che conosceva anni prima, quando era ancora felice
Anche se, forse, potrebbero non riconoscerla: Rachel ora è cambiata sia esteriormente che caratterialmente e l’ha fatto per il vuoto enorme che prova, assieme all’enorme senso di colpa che tiene chiuso nel cuore e che non riesce a spiegare a nessuno, nemmeno ai suoi genitori.
Tuttavia il ritorno improvviso a Gracetown rimescolerà le carte in tavola, non solo per lei, ma per tutti.
È così che l’autrice permette ai lettori di conoscere anche gli altri personaggi importanti del libro, ovvero Henry Jones (coetaneo di Rachel, pieno di qualità anche se non propriamente conscio di possederle) e sua sorella minore George, ma anche i genitori Jones, Martin (un ragazzo che vi stupirà) e la super tiratissima (e smorfiosa) Amy.
Ma soprattutto l’autrice ci permette di fare la conoscenza della meravigliosa Biblioteca delle lettere nella libreria dei Jones (libreria piccola di libri usati, che gestiscono con una cura ed una passione infinite, dove si rifugia chi ha bisogno di un attimo di tranquillità, chi vuole entrare nel mondo fantastico dei libri o anche chi… ha bisogno di lasciare un messaggio che venga custodito, nella speranza – o meno – che, prima o poi, raggiunga il diretto/a interessato/a).
Non vi posso svelare il perché, ma questo luogo magico sarà una parte fondamentale nel libro!!
Aggiungo solo un’altra chicca: nel libro ci sono davvero svariate citazioni, allusioni ad opere narrative contemporanee e del passato, frasi stupende e memorabili che aumentano ulteriormente l’emozione con cui leggerete il libro.
La vita non accade sempre nell’ordine in cui vogliamo.
Questo libro ti rapisce mentre leggi, ti cattura a tal punto da sentirti anche tu parte integrante della storia, ti sembra quasi di poter camminare tra gli scaffali della Biblioteca delle lettere, poter scorrere le dita sulle costolette dei libri, scegliendo in quale poter lasciare un messaggio per qualcuno di importante, un messaggio segreto che magari nessuno leggerà mai… o chissà, magari proprio il diretto interessato avrà prima o poi quel libro tra le sue mani e leggendolo sbucherà fuori la lettera, quel messaggio scritto con cura con mani tremanti e occhi colmi di emozione.
Leggere questo libro per me è stato come un tuffo da un’alta scogliera, immergermi nelle fredde acque dell’Oceano, risalendo lentamente tra le onde, da dove filtra la luce del sole… Ho trovato questa lettura talmente intrisa di emozioni forti, toccanti e decisamente vere da strapparti qualche lacrima (dico davvero!), da stringerti il cuore e accelerare il respiro… e da entrarti dentro.
Ho apprezzato particolarmente il carattere forte di Rachel, ho amato alla follia l’idea delle lettere e della Biblioteca delle lettere, ho detestato decisamente il modo tremendamente egoista di fare di Amy, non ho capito la poca lucidità di Henry, mi hanno colpita la tenacia di Martin, la purezza di Cal e la tenacia di George, i sogni ad occhi aperti del signor Jones e la voglia di ricominciare di tutti loro.
Mi hanno colpita molte delle citazioni “libresche” sparse qua e là in tutto il libro, come anche l’estrema delicatezza che ha avuto l’autrice nel trattare determinati temi, nell’affrontare i personaggi così diversi tra loro e nell’aver ideato un libro che non è solo un libro, ma un racconto dentro un racconto, legato ad altri libri con un filo invisibile ma resistente, una sorta di ponte verso altri luoghi, altre persone, altri ricordi ed altre storie.
Leggere “Io e te come un romanzo” non è come leggere semplicemente un libro per young adults, è molto di più: è un tuffarsi più a fondo nei meandri della vita, nella poliedricità dei sentimenti, nelle molteplici sfide che la vita di pone dinnanzi… e mi ha fatto desiderare che ci fosse davvero un luogo simile dove poter entrare e lasciare i propri pensieri, un luogo intriso di speranze, di ricordi di ogni genere e di vite intrecciate tra loro per caso… o per destino.
Ed è esattamente quello che ha provato anche l’autrice, come ha detto in una intervista in diretta facebook dagli uffici della DeA, un’intervista alla quale ho potuto assistere anch’io (seppur attraverso lo schermo del mio computer), ma alla quale ho potuto fare anch’io un paio di domande, alle quali l’autrice ha risposto con molto entusiasmo, empatia, cordialità, e simpatia.
Penso che queste sue caratteristiche lei le inserisca anche in quello che scrive, perché ho notato la stessa sensazione di quando leggevo le pagine di questo libro, e penso sinceramente che uno scrittore che parla bene esattamente come scrive divinamente, sia la dimostrazione di quanto forte sia il suo legame con la scrittura e con tutto ciò che immagina e “vive” scrivendo i suoi libri.
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