Titolo: The Skin I'm in. Il colore della mia pelle
[Titolo originale: The Skin I'm In]
Autrice: Sharon G. Flake
Editore: Giunti
Data di uscita: 4 Maggio 2022
Genere: Narrativa contemporanea | YA | razzismo
Pagine: 160
Volume della serie: 1° | dilogia | autoconclusivo
The Skin I'm in di Sharon G. Flake, pubblicato dalla casa editrice Giunti, è il romanzo d'esordio dell'autrice, un romanzo diretto e schietto.
- La mia Recensione -
Maleeka Madison ha 13 anni, altissima e magrissima, spicca tra le sue coetanee per il suo aspetto fisico, accentuato dal colore della sua pelle molto scura.
Maleeka sta cercando di inserirsi alla McCleton Middle School, ma non è per niente facile, perché ci sono molti bulli che la prendono di mira, in particolare John-John McIntyre, che è in classe con lei fin dalla seconda elementare, ma dopo tutti quegli anni non ha ancora smesso di tormentarla… oltretutto la prende in giro per il colore della sua pelle, proprio lui che ha la carnagione con lo stesso concentrato di melanina!!
E, come se già non bastasse, Maleeka soffre anche per la mancanza del papà, morto tre anni prima, che ha cambiato completamente la vita a lei (che lo adorava) e a sua mamma, che per non perdere del tutto la bussola si è messa a fare più lavori e a cucire lei gli abiti per la figlia… anche se con scarsi risultati. Però non ci sono alternative: i soldi in casa scarseggiano e soprattutto la ragazzina non se la sente di rattristire la mamma su quell’unico passatempo che le fa svagare la mente…
Le cose iniziano a cambiare quando a scuola arriva una nuova insegnante, la prof. Michael Saunders (donna con un nome da uomo), alta, imponente, sempre con costosi vestiti di marca e una gigantesca macchia bianca su metà del volto.
La macchia si nota tantissimo perché anche la prof. Saunders ha la pelle scura, e proprio per questo, appena nota Maleeka e i bulli che la prendono in giro, si getta in mediatamente in sua difesa e poi, con molta spontaneità, le fa un complimento molto bello:
L’arrivo di questa nuova professoressa di letteratura è per Maleeka motivo di discussione: se da una parte non vuole essere messa nei casini (e una prof così diretta, schietta e senza freni… e soprattutto pare che si ricordi sempre di lei, tra tutti gli allievi della scuola), dall’altra è anche la prima a notare del potenziale in lei e a spronarla a fare del proprio meglio sia scolasticamente che umanamente.
A maggior ragione quando la prof legge un compito scritto di Maleeka: non solo le presta un libro suo per approfondire l’argomento, ma la incita anche a continuare con un compito extra, perché “I bravi scrittori si immedesimano nei loro personaggi”.
Così nasce, un po’ in sordina, una passione che Maleeka non si sarebbe mai immaginata: scrivere la porta non solo ad esplorare le proprie emozioni, ma anche a fare un’analisi introspettiva di se stessa e della sua vita.
Non posso spoilerare oltre della trama, però oltre a ciò, ci saranno anche altri due personaggi rilevanti nella storia: Charleese Jones (un po’ bulla e un po’ protettrice), e Caleb Jamaal Assam (il più intelligente, bello, simpatico e gentile della scuola… che guarda al di là delle apparenze).
Questo libro, sia per il titolo che per la trama, mi ha incuriosita molto, in particolare per la tematica forte del razzismo.
Nonostante ci siano secoli di lotte alle spalle, al giorno d’oggi purtroppo ci sono ancora moltissime persone che hanno i paraocchi e giudicano gli altri solo per il loro aspetto esteriore ed in particolare per il colore della pelle.
Un dosaggio più o meno elevato di melanina non determina una persona, è solo melanina! Non per niente tantissime persone bianche d’estate cercano di abbronzarsi il più possibile, quindi vogliono attivare al massimo la melanina della propria pelle… quindi perché non si rendono conto dell’ipocrisia del loro atteggiamento e dell’enorme sofferenza che causano agli altri immotivatamente??
Questi argomenti mi fanno molto soffrire, sarà che sono molto empatica, ma ho sempre pensato che siamo tutti esseri umani. Stop. Il nostro aspetto esteriore è solo una facciata, un “contenitore” che permette alla nostra anima di muoverci nel mondo, ma non ce lo siamo scelti noi questo “contenitore”, e proprio per questo non si deve assolutamente farne una colpa a chi ha un aspetto “insolito” per i canoni ideologici, perché sono solo canoni relativi, i quali spessissimo senza senso!, e ciò che si vede esteriormente non è importante!
E ne sono dimostrazione lampante moltissimi esempi in ogni ambito, perfino nelle favole per bambini come la matrigna di Biancaneve (bellissima ma crudele)!
Ogni volta che mi trovo a leggere libri con tematiche importanti come questa, sono invogliata dalla curiosità di volerne sapere di più, perché è giusto spargere la voce in modo da sensibilizzare più persone possibile, e allo stesso tempo ci sto male perché mi immedesimo molto e penso di non riuscire a trovare le parole giuste per poter parlare di cose così importanti.
Certo, questo è un libro per ragazzi, visto che la protagonista è una tredicenne che inizia a comprendere meglio come vada il mondo, nel bene e nel male, però al contempo è una dichiarazione forte dell’autrice che vuole porre luce sull’importanza della tolleranza e sulla necessità di far aprire le menti di tutte quelle persone che se ne fregano, che si girano dall’altra parte e soprattutto di quelle che generano odio e dolore.
Consiglio la lettura di “The Skin I’m In” a chiunque perché non c’è un’età per imparare, non c’è un’età per aprire il cuore, non c’è un’età per diventare più empatici.
Maleeka sta cercando di inserirsi alla McCleton Middle School, ma non è per niente facile, perché ci sono molti bulli che la prendono di mira, in particolare John-John McIntyre, che è in classe con lei fin dalla seconda elementare, ma dopo tutti quegli anni non ha ancora smesso di tormentarla… oltretutto la prende in giro per il colore della sua pelle, proprio lui che ha la carnagione con lo stesso concentrato di melanina!!
John-John McIntyre è il più piccolo ragazzino di seconda media del mondo. Perfino quelli di quinta elementare lo superano di una spanna. A volte faccio davvero fatica a credere che abbiamo entrambi tredici anni. Abbiamo la pelle dello stesso colore, ma è dalla seconda elementare che mi prende in giro perché secondo lui sono troppo nera.
[…] È tutta la vita che ho la sensazione di avere intorno gente che mi prende in giro. Se non è per il mio colore è per i miei vestiti. Me li cuce ma mano mia madre. E si vede, ovvio… tasche sghembe, cuciture perennemente scucite.
E, come se già non bastasse, Maleeka soffre anche per la mancanza del papà, morto tre anni prima, che ha cambiato completamente la vita a lei (che lo adorava) e a sua mamma, che per non perdere del tutto la bussola si è messa a fare più lavori e a cucire lei gli abiti per la figlia… anche se con scarsi risultati. Però non ci sono alternative: i soldi in casa scarseggiano e soprattutto la ragazzina non se la sente di rattristire la mamma su quell’unico passatempo che le fa svagare la mente…
Le cose iniziano a cambiare quando a scuola arriva una nuova insegnante, la prof. Michael Saunders (donna con un nome da uomo), alta, imponente, sempre con costosi vestiti di marca e una gigantesca macchia bianca su metà del volto.
La macchia si nota tantissimo perché anche la prof. Saunders ha la pelle scura, e proprio per questo, appena nota Maleeka e i bulli che la prendono in giro, si getta in mediatamente in sua difesa e poi, con molta spontaneità, le fa un complimento molto bello:
«Maleeka, hai una pelle molto bella. Come un cielo nero e blu dopo una lunga pioggia», dice. Poi sorride e spiega che quel verso è tratto da una delle sue poesie preferite. Un attimo dopo sta già percorrendo il corridoio nella direzione opposta, come se niente fosse.
L’arrivo di questa nuova professoressa di letteratura è per Maleeka motivo di discussione: se da una parte non vuole essere messa nei casini (e una prof così diretta, schietta e senza freni… e soprattutto pare che si ricordi sempre di lei, tra tutti gli allievi della scuola), dall’altra è anche la prima a notare del potenziale in lei e a spronarla a fare del proprio meglio sia scolasticamente che umanamente.
«Serve parecchio tempo per imparare ad accettarti come sei. Per vedere la poesia nel tuo passo» mi dice, scuotendo i fianchi come se stesse eseguendo una danza africana. Tutti scoppiano a ridere. «Per guardarsi allo specchio e trovare piacevole ciò che si vede anche se non corrisponde all’idea di bellezza generale.»
A maggior ragione quando la prof legge un compito scritto di Maleeka: non solo le presta un libro suo per approfondire l’argomento, ma la incita anche a continuare con un compito extra, perché “I bravi scrittori si immedesimano nei loro personaggi”.
Ho mostrato alla prof quest’ultima parte e lei ha detto che è notevole. «È chiaro che hai il dono della scrittura, Maleeka» ha commentato.
Può sembrare stupido, ma quando sono uscita dalla sua classe stringevo i fogli al petto come se fossero un ragazzo che avevo tanto desiderato abbracciare. È bello saper fare qualcosa che non tutti sanno fare.
Così nasce, un po’ in sordina, una passione che Maleeka non si sarebbe mai immaginata: scrivere la porta non solo ad esplorare le proprie emozioni, ma anche a fare un’analisi introspettiva di se stessa e della sua vita.
Allora non mi dava fastidio essere di questo colore. Poi gli altri ragazzini hanno cominciato a prendermi in giro e ho iniziato a pensare che c’è qualcosa di sbagliato nel mio aspetto. E quando papà è morto la situazione è peggiorata.
Rimango a fissarmi nello specchio di papà per forse venti minuti, Non capisco. A me sembra di essere carina Perché gli altri non vedono ciò che vedo io?, mi chiedo.
Non posso spoilerare oltre della trama, però oltre a ciò, ci saranno anche altri due personaggi rilevanti nella storia: Charleese Jones (un po’ bulla e un po’ protettrice), e Caleb Jamaal Assam (il più intelligente, bello, simpatico e gentile della scuola… che guarda al di là delle apparenze).
Questo libro, sia per il titolo che per la trama, mi ha incuriosita molto, in particolare per la tematica forte del razzismo.
Nonostante ci siano secoli di lotte alle spalle, al giorno d’oggi purtroppo ci sono ancora moltissime persone che hanno i paraocchi e giudicano gli altri solo per il loro aspetto esteriore ed in particolare per il colore della pelle.
Un dosaggio più o meno elevato di melanina non determina una persona, è solo melanina! Non per niente tantissime persone bianche d’estate cercano di abbronzarsi il più possibile, quindi vogliono attivare al massimo la melanina della propria pelle… quindi perché non si rendono conto dell’ipocrisia del loro atteggiamento e dell’enorme sofferenza che causano agli altri immotivatamente??
Questi argomenti mi fanno molto soffrire, sarà che sono molto empatica, ma ho sempre pensato che siamo tutti esseri umani. Stop. Il nostro aspetto esteriore è solo una facciata, un “contenitore” che permette alla nostra anima di muoverci nel mondo, ma non ce lo siamo scelti noi questo “contenitore”, e proprio per questo non si deve assolutamente farne una colpa a chi ha un aspetto “insolito” per i canoni ideologici, perché sono solo canoni relativi, i quali spessissimo senza senso!, e ciò che si vede esteriormente non è importante!
E ne sono dimostrazione lampante moltissimi esempi in ogni ambito, perfino nelle favole per bambini come la matrigna di Biancaneve (bellissima ma crudele)!
Ogni volta che mi trovo a leggere libri con tematiche importanti come questa, sono invogliata dalla curiosità di volerne sapere di più, perché è giusto spargere la voce in modo da sensibilizzare più persone possibile, e allo stesso tempo ci sto male perché mi immedesimo molto e penso di non riuscire a trovare le parole giuste per poter parlare di cose così importanti.
Certo, questo è un libro per ragazzi, visto che la protagonista è una tredicenne che inizia a comprendere meglio come vada il mondo, nel bene e nel male, però al contempo è una dichiarazione forte dell’autrice che vuole porre luce sull’importanza della tolleranza e sulla necessità di far aprire le menti di tutte quelle persone che se ne fregano, che si girano dall’altra parte e soprattutto di quelle che generano odio e dolore.
Consiglio la lettura di “The Skin I’m In” a chiunque perché non c’è un’età per imparare, non c’è un’età per aprire il cuore, non c’è un’età per diventare più empatici.
Sharon G. Flake ha scritto oltre una dozzina di libri per i quali ha vinto numerosi premi, incluso il Coretta Scott King Honor Awards.
The Skin I’m In è stato il suo romanzo d’esordio ed è oggi considerato un classico contemporaneo. I lettori le hanno chiesto per anni di scriverne il seguito e nel 2021 è arrivato The Life I'm In, finalista al prestigioso Kirkus Prize.
Nota a livello internazionale tra i maggiori autori per ragazzi, Sharon G. Flake è stata inserita da USA Today tra i più importanti autori young adult americani. Delle sue opere sono state pubblicate oltre due milioni di copie.
The Skin I’m In è stato il suo romanzo d’esordio ed è oggi considerato un classico contemporaneo. I lettori le hanno chiesto per anni di scriverne il seguito e nel 2021 è arrivato The Life I'm In, finalista al prestigioso Kirkus Prize.
Nota a livello internazionale tra i maggiori autori per ragazzi, Sharon G. Flake è stata inserita da USA Today tra i più importanti autori young adult americani. Delle sue opere sono state pubblicate oltre due milioni di copie.
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